Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  10/09/2024

La difficoltà di difendersi - P.C.

Un profilo ulteriore attiene  poi alla difficoltà, per la  vittima,   di  difendersi (in via di fatto o  di  diritto)   contro  i colpi e gli assalti del mondo.

La gamma delle ipotesi  è assai vasta. Potrà trattarsi di aggressioni che riguardino  la persona stessa del  malato; e il  bersaglio, altre volte, sarà costituito piuttosto  dai suoi beni, o da qualcuno dei familiari. Vi sono  i casi in cui la minaccia consiste in fattori naturali, e quelli in cui  tutto sarà  riferibile, invece,   al  comportamento  di un terzo  (comportamento,  a  sua volta,  di  natura dolosa, o meramente negligente,  o  del  tutto incolpevole). 

Talora,  si  tratterà  di insidie  non dissimili  da  quelli  che qualsiasi  altro individuo - e l'infermo medesimo, in  condizioni ordinarie - avrebbe potuto incontrare. Ed è assai facile  invece, nei  casi di condotta volontaria, che ci si trovi al cospetto  di offese  concepite, e realizzate, proprio in vista della  spiccata vulnerabilità  del  sofferente  (furti,  truffe,   appropriazioni indebite).

La scelta se patire l'insulto arrecato,   o accettare di piegarsi a  un male sostitutivo, non sempre sarà facile da compiere. E  le possibilità  di sconfitta che si collegano all'una  o   all'altra opzione  risulteranno diverse,  ma di rado inferiori a quelle  di Amleto:  tenuto conto anche della  frequenza con cui  la  cronaca registra  episodi di attacchi o malegrazie contro persone  deboli di mente - per gusti, perversioni  o meccanismi da tempo  codificati nella letteratura medico-legale e vittimologica.




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