Dopo alcune interessanti ricerche del recente passato, non si può dire sia stato più scritto/prospettato granché di importante in proposito; e si tratta, invece, di un segmento assai rilevante della materia - a parte le spinte a domandarsi, quando si accenna a siffatti capitoli, come mai non esista pressoché giurisprudenza in argomento.
Vorrà dire, riguardo a quest’ultimo punto, che i sofferenti psichici sono tutti quanti adempienti, puntuali quali debitori contrattuali? Che fanno, non fanno, firmano, consegnano ogni volta tutto ciò che dovrebbero? Abbastanza improbabile.
Oppure che i portatori di disturbi del genere non esistono più in Italia o che non stipulano mai contratti significativi? Risposte insoddisfacenti anche queste.
O non, piuttosto, che tanti creditori esitano a citarli in giudizio? E in tal caso perché? E dovremo comunque considerare rassegnazioni del genere - ci si è chiesti - come un bene o come un male?