IL REQUIEM DELL'ETERNITÀ
"Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là". (Ray Bradbury, "FAHRENHEIT 451").*
Il profumo dei libri si perde lungo gli anditi bui della coscienza. Alle pareti della grande biblioteca resta come appiccicato un odore d'inchiostro e polvere insieme, l' odore dei secoli. I passi sulla guida rossa non fanno rumore. Tutto è ovattato, come quando scende la neve. Respiro quest'odore di cui non sono mai sazio, odore di pensieri, odore di grandi imprese, odore di piccoli uomini che hanno fatto la Storia. Mi fermo a guardare ordinati in bella teoria i volumi ingialliti, che qua e là mostrano il tocco di dita comprese nella fascinazione. Ne sfilo uno, sono entrato in questo sacrario quasi di soppiatto,per non disturbare il sonno vigile del tempo. Una coltre di grigio si stende sul dorso, il risguardo pare intonso, non uso a mani compunte ma febbrili, che al frusciare della carta ridestano i fantasmi sepolti sotto il pulviscolo che danza attraverso le sottili feritoie delle portefinestre, carezzate da una brezza vespertina, il sole che rutila agonizzante...
Un libro...quanti e quali segreti scovati e poi riposti, quanti echi di corteggiata solitudine, un periscopio sull'universo mondo e sulle stelle, a raccontarci dell'immortalità. Di come si può vivere eternamente sospesi in bilico tra quelle righe scure, che, a guardarle da lontano, sono un pentagramma festoso e dolente insieme. Un libro. Sospeso in una fissità incantata ed evocativa che è un eterno indifferenziato presente, fedele discreto compagno, parla e ci parla attraverso i suoi personaggi, finestre proustiane sull'anima, chiaroscuri che hanno il potere di cambiare il corso dei pensieri, i consueti tragitti. Coinvolge tutti e cinque i sensi, e anche il sesto, dice di percorsi avvincenti e sguardi ritornanti, del bene e del male, della geografia dell'anima che vi resta impigliata, trafitta da un raggio di luce.
Di "Private Vegas", l'ultimo romanzo di James Patterson, verrà realizzata una copia (che si autodistruggerà con un'esplosione 24 ore dopo l'inizio della lettura) Esemplare messo in commercio al prezzo di ben 300.000 dobloni(al lordo dei benefit, ivi inclusi volo in prima classe e cena con l'autore), richiederà il dispiegamento di una task-force anti-bomba. Inquietante come termometro del sentire comune, la vicenda, cui i quotidiani hanno dedicato non più di un trafiletto, rappresenta il canto del cigno del libro:tutto al rogo,come nella Santa Inquisizione... Ad onta degli adulatori e imbonitori delle magnifiche lodi e progressive, questo Originale se-destruens è la cartina di tornasole della temperie socio-culturale, l'Ultima Thule di un pensiero che non riesce più a pensarsi se non in termini di autocelebrazione (uguale autoannichilimento), in un contesto dove stupire è l'unico fine: in un mondo dove incontrastata regna l'apparenza. Flamboyant, eccezionale veramente! … ma poi?..il desidero muore pugnalato al cuore. E se è vero che il libro non è corpus mechanicum ma corpus mysticum, e potranno esserne stampati innumeri altri esemplari, tuttavia ben altra è l'origine dell'inquietudine che ci coglie. In una temperie pervasa dalla povertà umana e dalla cecità di spirito, pur di porsi al centro del sipario si fanno cose che contraddicono ogni principio e valore che costituiscono lo statuto della civiltà, la Magna Charta di fondamenti che si sono sedimentati fino a far parte del DNA, dell'immaginario collettivo (il Sé di cui parla C.G.Jung). Un libro che esplode, è pazzesco!... - nel 1982 Gibson, padre del cyberpunk scrisse su floppy un libro che man mano che lo si leggeva si autocriptava sì da non potersi leggere una seconda volta!...; nel 2012, è stato pubblicato un libro stampato con un'inchiostro che dopo due mesi scompariva... Un controsenso, un controcanto malevolo: metafora, allegoria di un topos, luogo dell'anima, il libro, oltre che portatore di un valore "in sé", è il medium attraverso cui si trasmette e si salva la cultura, il tramite par excellence di un dono (comunicare deriva da cum munere) che contiene in sé una verità, una storia, fatta da grandi e piccole anime. Listato a lutto, si celebra oggi il requiem del libro come deposito di sapere, bagaglio di conoscenze da tramandare e perpetuare. Quella demenziale botta di vita è un segno di agnizione, un indizio di un fragilissimo "saranno famosi": per un attimo sulla ribalta, gli adepti del nuovo verbo troveranno però ad accoglierli una platea muta, desolatamente vuota.
* In "Fahrenheit 451" il protagonista della vicenda è un incendiario, Guy Montag, che vive in una società in cui i libri sono illegali e coloro che li possiedono sono considerati sovversivi: il reato viene punito con l'incendio della propria casa e con l'arresto. La vita di Montag è sconvolta dall'incontro con una ragazza, Clarisse Mc Clellan, la quale lo fa riflettere sui valori di quella società che non dà spazio ad opinioni personali e che, invece, cresce uomini che non conoscono la natura e i veri sentimenti umani.L'episodio che porta Montag a leggere il contenuto dei libri è l'incendio di una casa in cui viveva una signora anziana: questa, infatti, preferisce morire che vedere i suoi libri bruciare. E' proprio questo maniaco attaccamento ai libri che sconvolge Montag a tal punto da decidere di lasciare il lavoro; quando torna a casa legge i libri nascosti insieme alla moglie, totalmente indifferente a quanto accade intorno a lui.