Un approccio unitario, far emergere le incongruenze, favorire la contagiosità applicativa, le propagazioni, valorizzare i bandoli prescrittivi che spiccano dalle riforme legislative e le sentenze innovative nell’ambito del “grande cielo” della vulnerabilità, porre mano ad alcune svolte legislativamente (l’interdizione da abrogare anzitutto); l’inefficienza dei privilegi immotivati nei confronti dei fragili (come quello dell’art. 428, 2° co, c.c., e dell’art. 2046 c.c.);
la necessità di vestiti su misura cuciti dal magistrato, di piani di accudimento e protocolli assistenziali, personalizzati, dinamici, non rigidi; no a uno zelo ingiustificato negli interventi, rispetto per le passioni del cuore; l’importanza, ancora, di far ritrovare il sentiero perduto con una “patto di rifioritura” e un progetto esistenziale di vita, considerare i rimedi efficaci:
ecco i punti salienti di un programma che non trascura le proposte concrete (l’“ufficio sportello”), l’affiorare di nuovi diritti, l’esistenza dei doveri, le difficoltà per il diritto, gli scogli per gli operatori sul campo.