Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  13/11/2024

Il caso di Sulmona, un bambino di 4 anni lasciato senza cibo in mensa per un debito di meno di 9 euro

La denuncia viene dal padre che è stato chiamato a scuola. «Ho trovato mio figlio di quattro anni in lacrime, umiliato davanti a tutta la classe. I maestri gli hanno rimediato qualche gnocco dai piatti degli altri bambini». Il sindaco replica parlando di un disguido

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I genitori dimenticano di pagare un ticket di 8 euro e 97 centesimi (l’equivalente degli ultimi due pasti forniti dalla mensa dell’asilo) e il loro figlio di 4 anni viene lasciato senza cibo, mentre i suoi compagni mangiano davanti a lui. È accaduto in una scuola materna di Sulmona, in provincia dell’Aquila. Il padre del piccolo, un insegnante, è stato avvisato all’ora di pranzo.

L’uomo ha raccontato al Messaggero: «Ho trovato mio figlio di quattro anni in lacrime, umiliato davanti a tutta la classe. I maestri gli hanno rimediato qualche gnocco dai piatti degli altri bambini». Quando si è trattato di servire il pranzo, gli operatori gli hanno “bloccato” il servizio.

«Non mi è arrivata nessuna comunicazione sul portale dell’esaurimento del credito e io, francamente, non me ne sono accorto» ha detto ancora l’uomo. E dallo scorso anno sarebbe stato sospeso l’alert a mezzo sms. «È un’assurdità, tenendo conto che fino al 21 ottobre ci hanno lasciati senza mensa». Quest’anno, infatti, la refezione scolastica è stata attivata in notevole ritardo e in ogni caso nulla potrebbe giustificare la barbarie burocratica di un gesto simile, così è stato vissuto dalla comunità.

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Nemmeno la politica di “tolleranza zero” sbandierata ultimamente dagli amministratori della città dei confetti, a causa di circa 11 mila euro di crediti non riscossi: in un avviso comunale del 5 luglio, relativo ai saldi inevasi degli anni precedenti, c’è scritto che «in caso di morosità e di persistenza del conto negativo, non sarà garantita la fruizione futura della mensa».

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«Come genitore e come insegnante sono molto arrabbiato», ha concluso il padre del bambino «perché al di là di tutto penso ai risvolti sociali della vicenda: io sono un insegnante e ho potuto chiedere un permesso d’urgenza per uscire prima da scuola e andare a riprendere mio figlio. Mi domando, però, cosa sarebbe accaduto se fosse successo a un’altra famiglia, magari con i genitori che lavorano entrambi e che non hanno flessibilità o sono fuori sede. Cosa ne sarebbe stato di quel bambino: lo avrebbero lasciato a digiuno? Messo in disparte in attesa che finissero di sparecchiare? È un metodo intollerabile e che non aiuta a formare i ragazzi». Un’esperienza potenzialmente traumatica. Il sito giornalistico locale Ondatv ha in seguito pubblicato la replica del sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero: «Escludo in maniera categorica che il minore sia stato lasciato senza cibo. Se è mancato il secondo si può sicuramente parlare di disguido. Mai è stato negato il cibo per morosità anche quando i debiti accumulati erano più consistenti. A differenza degli anni passati, le famiglie vengono ora avvisate tramite messaggio allert dalla piattaforma onde evitare di accumulare debiti. Messaggio che il padre del minore ha ricevuto»

 




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