Scott, un Alaskan Malamute, e Thiago, un Amstaff Pitbull, hanno rischiato di morire dopo aver ingerito droga per strada a Mestre. L’appello dei proprietari: «Fate attenzione»
Ingeriscono droga e rischiano la vita. Scott e Thiago, sono due cagnoloni bellissimi e molto amati, il primo è un alaskan malamute, il secondo un amstaff pitbull.
In comune hanno una brutta esperienza: entrambi sono vittime dello spaccio di stupefacenti che passa per Mestre ed entrambi ci hanno quasi rimesso la pelle. Se non fosse stato per i padroni, che non li perdono mai di vista e che li hanno salvati portandoli alla velocità della luce in due cliniche specializzate. Entrambi lanciano un forte appello a stare attenti, perché il pericolo è dietro l’angolo.
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Qualche giorno fa Scott, il cui proprietario è un imprenditore mestrino che vive a Conegliano, si trovava a Marghera. Il suo padrone si stava recando al Banco Bpm di via Rossarol, vicino a piazza Mercato, dove è solito passeggiare con il suo amico a quattro zampe prima o dopo essere andato all’istituto di credito.
Nell’area verde pedonale che si trova all’altezza della rotonda, il cane ha mangiato qualche cosa. «Di solito non succede» spiega «ma l’altro giorno non avevo l’auricolare, ero al telefono e quindi in una mano avevo Scott al guinzaglio, nell’altra il cellulare. Ho visto che ha mangiato un pezzetto di qualche cosa, sembrava un panino o simile».
Li per li non ci ha dato peso. Ma nelle ore successive, il cane non era più lo stesso. «Attorno alle 16 del pomeriggio ha iniziato a barcollare, si è disteso a terra e non si è più alzato. Un peso morto di 40 chili. Non ci ho pensato nemmeno un secondo e siamo andati in clinica veterinaria a Conegliano. L’hanno visitato, gli hanno prestato ogni tipo di cura. Il cane era come se fosse stato sedato. Completamente narcotizzato. Non rispondeva alla luce, suoni, niente. «Dalle analisi del sangue è emerso che aveva assunto delle sostanze stupefacenti». Il padrone non ha eseguito le analisi specifiche per sapere quale tipo di droga avesse ingerito, se fosse stata eroina piuttosto che hashish.
«I valori erano sballati e compatibili con l’assunzione di oppiacei». Ha passato la notte in clinica, gli sono state fatte flebo per fargli smaltire quanto era oramai in circolo.
«Per quattro giorni è rimasto intontito». Racconta: «Probabilmente quello che ha mangiato era là per qualcuno che poi sarebbe passato a prenderlo, ma il punto è che è successo al mio cane, ma poteva accadere a un bambino».
Le spese delle cure, sono altissime. Il veterinario che l’ha preso in carico, che è anche il direttore sanitario della clinica specializzata della provincia di Treviso, ha spiegato che non è il primo caso che vede. Per questo ci ha messo poco a capire che non era veleno (in questo caso si esegue un esame specifico) ma si trattava di droga.