Vado in Banca, per "altre" incombenze, esauriti gli adempimenti burocratici, sollevo l'ipotesi di aprire un conto corrente per un amministrato: titubanza da parte del funzionario: "ci vuole la prepagata?", "E l'internet-banking?", "Ma ci vuole il decreto di nomina!". Tutte questioni per le quali mi è stato agevole rispondere, specie avendo in mano un decreto di nomina dettagliato e preciso.
Tuttavia, glissando glissando, il funzionario ha spostato, timidamente, il discorso su un altro fronte, con frasi estremamente generiche, con altrettante gentili intelaiature verbali: "ma le persone... gli amministrati sono tranquilli?", "Vede, abbiamo avuto dei problemi, in filiale, con persona di grossa corporatura", "Succedono cose spiacevoli"... Insomma, con perifrasi, di durata inferire ai cinque minuti, il funzionario mi ha rivelato la sua paura di ritrovarsi dinanzi a qualche iracondo cliente della Banca, il quale, essendo sopraggiunta un'amministrazione di sostegno, abbia appurato di vedere i suoi conti (sebbene già spolpati) inaccessibili alle consuete operazioni di prelievo.
Naturalmente, la risposta, per me, è stata facile, con altrettante garanzie, senza dilungarmi troppo, dato che il buon amministratore di sostegno deve avere sempre il polso della situazione, non deve mai esporre a rischi terze persone, ricordando, altresì, che esistono anche amministrati invisibili, che nessuno vede, che nessuno conosce, amministrati che non chiedono di "spendere per mera prodigalità", ma di compiere i consueti atti della vita quotidiana.
La fragilità comporta anche ciò: essere faccia a faccia con la rabbia, che non sempre trova un diritto di cittadinanza nella vita sociale.