Letteratura  -  Paolo Cendon  -  29/08/2024

Gli aspetti "statico-solitari" delle vittime possono valere quanto gli altri, sul piano esistenziale; di più magari, se di vera lana, di buona tempra

Il mondo dei fragili pullula di esseri che si agitano poco, in apparenza, rispetto al mondo dei super dotati, dei tonici, degli anfetaminici, dei grandi manager; le loro voci perdute di vitalità sommessa, di pulsionalità discreta, contano spesso però quanto le altre.

Penso a Catherine Sloper, in ‘Washington Square’ di Henry James, tutto il giorno a ricamare. Penso a ‘Oblomov’ buttato sul divano di casa, a Guido Gozzano trepido e con la tosse, ad Anna Frank vigile e speranzosa nella sua soffitta, a Burt Lancaster coi suoi uccellini nel film di Frankenheimer, se volete a ‘Into the wild’. Penso a ‘Simon del deserto’, nel film di Bunuel, a Giacomo Leopardi dietro la siepe a Recanati, ai danni dei carcerati senza ossigeno, a ‘Robinson Crusoè prima dell’incontro con Venerdì.




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