Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  23/04/2024

Futuro prossimo venturo - Paolo Cendon

Soggetti fragili, filigrana quotidiana, fa anche rima, siamo dinanzi   a un filo conduttore destinato a radicarsi fruttuosamente lungo diversi contesti, in versioni inedite.

  Importante per un curatore o per un assistente sociale - ad esempio - conoscere i segreti grandi e piccoli di un bambino, nel giro d’aria; di un minore che andrà aiutato con urgenza, “collocato”  per  tempo da qualche parte. In un modo o nell’altro, salvandolo, dopo che i suoi genitori si sono persi: e ciò a maggior ragione ove si tratti di un essere (anche se piccolo) con lievi ritardi neuropsichici, con problemi di comportamento.

  Fondamentale, per chi decide, essere al corrente poi - altro caso - dei particolari biologico/relazionali nella vita di un anziano; compresi quelli più nascosti, delicati, specie ove si tratti di un soggetto malandato: da mettere appena possibile, non essendovi ormai altra via di uscita, in una casa di riposo.

  Necessario che neanche una pagliuzza, dei passaggi antropologici che contano, sfugga ancora all’occhio del vicario chiamato - altra eventualità – a effettuare delle scelte di fine vita: al posto dell’interessato, per incarico del giudice tutelare, per investitura del malato stesso.

 E quanto più si sarà riusciti – infine - a cogliere i filamenti minuti e impalpabili nel sottobosco della vittima, tanto meno approssimativa potrà risultare, in giudizio, la quantificazione del danno morale (sofferenze, patemi d’animo, blocchi, contraccolpi); nonché quella del danno psichico (sogni perduti, solitudine, sparsamente, attività ferite a morte).

 




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