Letteratura  -  Paolo Cendon  -  07/12/2023

Francesca

“Una volta al mese facevamo una gita in macchina, a due; possedevo un’Alfa Romeo allora. A Bergamo la parte alta, a Mantova le piazze rossastre, le distese d’acqua. A Como la riva destra verso Bellagio; guidando a dieci chilometri l’ora, spiando fra ville e spiaggette”.

Stava arrivando allo snodo del racconto.

 “Potevamo continuare allo stesso modo; così non era destino che andasse invece.

 Qualche avvisaglia c’era stata. Un pomeriggio all’inaugurazione di una terrazza mi aveva ‘trascinato’ a ballare: sette minuti, due lenti, guancia a guancia. Aveva quello strano vezzo poi (raccontava di doverlo a un compagno di facoltà, russo, a vent’anni): salutare gli amici con un rapido bacio sulla bocca, non sulle guance; sulle labbra proprio, anche le donne. ‘Salvo chi detesto beninteso’.

  A un certo punto era successo. Gita sulla riva sinistra del Garda. Un acquazzone forte, avevamo deciso di restare a dormire fuori; la sera ci eravamo trattenuti davanti al caminetto. Bevendo più del solito. Saliti alle stanze poi, erano vicine, quella sera mi ero anche acceso una sigaretta. Il tabacco mi aveva dato alla testa; eravamo scivolati l’uno fra le braccia dell’altro.

Funzionavamo a letto; sorpresa, però ardore insieme, appagamento. Pensavamo sarebbe successo quella volta unicamente; si era ripetuto invece: io dopo la morte di Eleonora non avevo più fatto l’amore, anzi ‘all’amore’ come lei diceva.

La passione è bella, scalda i corpi e i pensieri; cambia i vissuti però, a volte anche i progetti. Ci sono coppie cui può non succedere; a noi sarebbe andata altrimenti: prendevamo la vita troppo sul serio, chissà, come dice quel personaggio di Svevo.

È come se le gioie del sesso presentassero all’improvviso la fattura: ‘In che modo pensate di andare avanti ora?’. Prima la domanda era nell’aria, più sospesa.

 Può darsi che a me occorra ‘qualcuno che non so chi sia con esattezza’. Francesca era perfetta come amante, così salda, assetata di carezze; proprio quello per me era il punto: non un copione risaputo, cercavo, non dei fondali cui ancorarmi.

Mi sarei rinchiuso nel mio guscio così, giorno per giorno; tirandomi da parte rispetto a lei. Non sempre gli occhi blu possono bastare.

Sono veloci i cambiamenti a volte, tra le persone. Così a noi due sarebbe andata; non c’era stato bisogno che parlassi, Francesca aveva capito in pochi istanti. Quasi due anni era durata”.

 

 




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