Eccessiva, la conclusione secondo cui nulla si potrebbe pretendere, sul terreno aquiliano, allorché ciò che è stato inflitto dal defendant siano fastidi di poco conto, semplici disappunti.
Pacifica invece la necessità di un presidio indennitario (nel segno della funzione sanzionatoria della responsabilità) per talune ipotesi di irrisione della persona: ad es. a favore del cittadino colpito da gesti di arroganza, specialmente ad opera di un soggetto forte.
Così per chi sia rimasto vittima, poniamo, di vessazioni da parte della pubblica amministrazione, oppure di qualche impresa di pubblici servizi – comportatatasi in modo noncurante, omertosamente, in spregio alle ragioni elementari del quivis e populo: come nel caso dell’automobilista multato e ingiustamente perseguitato, di Rosa Parks, del “nero” di Ragtime sbeffeggiato dalla polizia, del commerciante artatamente privato della licenza, del mancato pensionato costretto a lavorare, del concorrente preso in giro da una commissione truffaldina, dei turisti maltrattati all’albergo, dei partecipanti a un corteo strattonati dalla polizia, dei passeggeri abbandonati a se stessi, dei parenti respinti sgarbatamente in ospedale, dell’imprenditore cui si nega il libretto degli assegni, dei complimenti pecorecci a un’impiegata, dei viaggiatori del treno fra le cimici, del quasi padre cui venga impedito (lui solo, quel giorno) di veder nascere il proprio bambino, del laureando mortificato nella discussione e nel voto, di K. stesso ai bordi del “Castello” di Kafka.