E’ che siamo qua stasera e non dobbiamo lasciare che le vostre parole ci passino sopra la testa come pallottole. Voi siete i padroni della notte, in sostanza continuate a parlare “a reti unificate”. Abbondantemente oltre l’ora in cui “passa l’omino del sonno”.
Abbiamo ascoltato i vostri luoghi comuni, le ovvietà più trite, ci avete urlato le vostre paure prima fra tutte quella di invecchiare, d’esser poveri, di non restare a galla. Quando eravate in vena ci avete concesso che “in molte parti del mondo ci sono ancora tante ingiustizie”. Avevamo il presentimento che di gradino in gradino sempre più in basso ci saremmo trovati a sentirvi annunciare seri e compunti “che Babbo Natale non esiste”.
E infatti noi non lo abbiamo aspettato.
Una sera di maggio e siamo ancora qua. Chissà: calici di stelle, il vento nei tuoi capelli grigi sembra una lama d’argento….
Ma domani ( oramai oggi) quando ci sveglieremo non tirerò fuori dai nostri armadi, per piacerti,
Il vecchio-nuovo oggetto del desiderio.
Non facciamolo noi “ragazze” degli anni 70.
La salopette stava bene a poche anche allora.
Meglio non rischiare.
La canzone è Luci a San Siro di Roberto Vecchioni