Ci saranno altri due incontri. Quello successivo, due giorni più tardi, ricalca il copione del precedente: stesso orario, i suoi che dormicchiano, Miriam al doposcuola.
Qualcosa di nuovo c’è comunque: i due operai chiedono, dopo un attimo, se non le piacerebbe accompagnarli a una ‘’breve gita in automobile’’, sarebbe per due giorni più tardi. Sempre a quell’ora, verso l’inizio del pomeriggio.
Si tratterebbe per lei di trovare una scusa, non starebbero via molto: un’ora o poco più, il tempo di salire alla collina là vicino; un tuffo nel verde, ammirare il panorama, respirare aria pura. Magari cogliere dei fiori, un gelato al ritorno. Cettina ascolta, non risponde; conosce poco quella collina, pensa agli impegni di famiglia per il sabato.
Si ricorda che proprio quel giorno suo padre e sua madre, insieme a Miriam, staranno via mattina e pomeriggio: per un micro-intervento chirurgico, al naso, che la sorellina deve fare nel capoluogo, a quaranta chilometri. Passerebbe a mezzogiorno una zia della mamma, a prepararle da mangiare, a controllare in casa, andrà via subito.
Non è la prima volta che Cettina viene lasciata sola, per qualche ora; non si preoccupano i suoi, non è mai successo niente. Ci sono amici che abitano in case vicine, la ragazza ha il suo telefonino poi, sa come adoperarlo. Ai due operai dirà di sì Cettina, alla fine.