L'attendismo delle Istituzioni italiane dinanzi alla recente crisi bellica pone una serie di interrogativi. Dovrebbe il Presidente della Repubblica assolvere alle proprie prerogative istituzionali ed alle funzioni di garante della Costituzione? E, dunque, informare personalmente e pubblicamente la popolazione della recente crisi bellica, affinché siano pianificati gli interventi per la protezione e l'incolumità degli individui?
Il Presidente della Repubblica ha, infatti, il ruolo di supremo comandate delle Forze Armate. Mentre il ministro della Difesa ne è comandante in capo. Il Presidente ha diritto, dunque, di dichiarare la guerra.
Tale incarico è stato affidato al capo di Stato del paese, anche se in pratica è gestito dai comandanti delle forze armate più esperti sul campo.
Con una solenne dichiarazione, la Carta costituzionale italiana afferma che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Il presidente della Repubblica Italiana, nel sistema politico italiano, è il capo dello Stato italiano, che rappresenta l'unità nazionale.
Pertanto, il Presidente della Repubblica si configura come un potere "neutro", posto al di fuori della tripartizione dei poteri legislativo, esecutivo
Ciò dovrebbe comportare un cambiamento dei rapporti istituzionali e delle relazioni tra il Capo di Stato e la popolazione. Tale per il quale nella eventualità in cui si configuri uno scenario bellico, quale quello attuale, dovrebbe comunicare alla nazione ed alla popolazione i programmi e le misure di protezione da adoperare, al fine di tutelare, di garantire e di salvaguardare i civili e gli individui inermi dagli effetti del conflitto.
Ovvero, il Presidente è garante anche della protezione civile della popolazione italiana. E dovrebbe assumere, in quanto garante della Costituzione, un ruolo proattivo affinché la popolazione sia informata pubblicamente. E siano predisposti tutte le misure atte a proteggerla.
In tal senso la Costituzione non consentirebbe incompatibilità ed atteggiamenti attendisti, inermi, neutrali, o mediazioni di sorta.
A sostegno di tale orientamento riporto la recente decisione delle autorità repubblicane francesi che hanno preparato un vero e proprio manuale di sopravvivenza da inviare ai loro concittadini.
Le istruzioni, contenute in un opuscolo da 20 pagine, riguarderebbero scenari di “minacce imminenti” ad ampio spettro. Tra queste: conflitti armati, crisi sanitarie, disastri naturali, incidenti industriali, fughe radioattive e attacchi informatici.