Quella mattina mi chiamò un maresciallo dei NAS, una donna, una marescialla dei Carabinieri. Io verso i Carabinieri nutro un amore speciale, motivato dal fatto che mio padre era Carabiniere, di quelli orgogliosi di esserlo, di quelli che dopo molti anni che era già morto, la gente mi diceva che lo ricordava e quanto fosse gentile, quanto bene avesse fatto.
Per cui mi chiama una donna carabiniere e io sono contenta, anche perché mi chiama per parlarmi di maiali.
Anzi di due maialine, salvate da maltrattamenti e giudicate dal tribunale di Milano non più animali da reddito, cioè buoni solo a far prosciutti, ma animali da compagnia come i cani e i gatti.
Sentenze certo ancora all’avanguardia, ma sempre più diffuse, perché i maiali sono davvero da compagnia.
Ma non voglio correre troppo.
Avevo visto la richiesta di adozione e avevo contattato la Associazione che si occupava del caso di questi maiali, per spiegarmi bene la situazione mi avevano chiamato anche i NAS.
L’adozione dei maiali infatti si faceva sempre più difficile, è lo è ancora, per via della peste suina.
Di cui vi dirò la prossima settimana.
Di fatto nonostante i NAS e nonostante la gentilezza della marescialla, la mia ASL di competenza non diede parere favorevole alla adozione, perché ci volevano dei requisiti specifici per il recinto e l'abitazione dei maiali che noi non avevano ancora messo in atto.
Qual misure? Il doppio recinto a maglia stretta per esempio, di quelli resistenti, resistenti a eventuali attacchi di cinghiali.
Attacchi amorosi e qui la storia di si fa piccate.
Non come un salame, mi raccomando. Mi parrebbe che mangiaste un mio parente.