Sul mio balcone verso la corticella, l’anno scorso, una coppia di piccioni ha dato alla luce, e poi covato per settimane, un paio di uova; sono stato attento a non disturbarli - i due nati appena cresciuti e trovate le forze necessarie sono volati via,
Coppie umane adesso ... Tristezza mi fanno quelle che siedono al caffè con aria annoiata, senza dirsi mai una parola: due bicchieri di Campari semi vuoti, lui che continua a smanettare col telefonino, scorrendo ogni tanto il giornale sportivo, lei che sfoglia una rivista femminile, alza qua e là gli occhi su di lui, il quale non risponde mai allo sguardo.
Peggio ancora le coppie con lui che cammina avanti, lei che gli trotterella dietro, tre metri alle spalle, si intuisce che hanno litigato, lui che si volta ogni tanto a controllare le mosse della donna, spazientito, imprecando sottovoce, lei che prosegue il cammino alzando gli occhi al cielo, piena di borse, così per decine di metri.
Coppie che mi piacciono adesso. Quelle, in là con gli anni, che camminano sempre a braccetto, mostrando di volersi bene, che si aiutano al supermercato, che scelgono insieme i prodotti da comprare, sorridendo, che alla cassa pagano a quattro mani.
Oppure le coppie durante l’intervallo a teatro, commosse o divertite, quelle che siedono felici a un tavolino della gelateria, quelle di ragazze gay che camminano allacciate, quelle di due bambini piccoli che giocano a rincorrersi.
Felici anche le coppie di adolescenti, sui quattordici anni, magrolini, un po’ sbilenchi, che camminando si tengono per mano, che si guardano di continuo, che hanno scoperto da poco di adorarsi, che non hanno bisogno di nessuno.
Meglio ancora poi (l’attimo sta per essere colto …) le non-coppie di qualsiasi età che sono in fase di avvicinamento, col cuore e col pensiero, cui non è ancora successo niente, di veramente dolce, che sentono però che qualcosa sta cambiando per loro.