Nello scorso mese di aprile è stato diffuso il c.d. “Rapporto Ombra” del Forum Italiano sulla disabilità, relativo all’applicazione della Convenzione di Istanbul in tema di violenza di genere, trasmesso al GREVIO, l’organo indipendente comunitario, preposto al monitoraggio della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul alla quale, tra l’altro, di recente, ha aderito l’UE.
Il Rapporto “Ombra” del 2023, che fa seguito a quello inviato, sempre al GREVIO nel 2018 ,dal Forum Italiano sulla disabilità, attiene ad un tema poco considerato nell’ambito di quello più generale della violenza di genere, ovvero il caso specifico e molto grave della violenza commessa su donne e ragazze disabili, come tali ancora più vulnerabili e indifese.
Ad oggi, in linea generale, non si può che dire che dal 2018 molte questioni sul tema della violenza di genere nei confronti di donne e ragazze disabili non siano state risolte, così come rimangono disattese molte delle Raccomandazioni rivolte all’Italia dal GREVIO.
Tuttavia, in senso positivo, va rilevato, positivamente, che nel mese di dicembre 2022, l’OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori della Direzione centrale della polizia criminale, che fa capo al Ministero dell’Interno) abbia pubblicato una brochure avente ad oggetto proprio questa tematica, dimostrando così attenzione verso un fenomeno che spesso sfugge all’attenzione generale e divulgando l’esistenza di criticità, soprattutto durante la pandemia, con diversi casi di ripetute violenze sessuali nei confronti di disabili sia all’interno di abitazioni, che di strutture esterne, in un momento in cui era pressochè impossibile accedere a istituti di cura e assistenza, a causa delle restrizioni sanitarie.
Oltre a quanto rilevato dall’OSCAD, va evidenziato che tra le problematiche riscontrate e segnalate nel rapporto del Forum Italiano sulle disabilità, vi è l’affidamento alle Regioni, e non allo Stato, dell’attuazione del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne, con il rischio di una disciplina non unitaria e disomogenea, considerato, tra l’altro, che solo in pochissimi casi viene considerata la discriminazione c.d. “intersezionale ”, che colpisce, pesantemente, tra le altre, anche le donne con disabilità, con creazione di disuguaglianze e discriminazioni di queste ultime, anche su base territoriale.
Inoltre, il Rapporto 2023 evidenzia che non risultano impegni chiari e specifici, sia a livello nazionale che regionale in merito ad azioni di sostegno e sensibilizzazione sociale a favore di persone svantaggiate, come le donne disabili, vittime di violenza di genere e che intendono emanciparsi, al quale si aggiunge, con riferimento alle strutture di supporto e assistenza, la loro inaccessibilità ambientale, fisica, attitudinale e comunicativa a donne e ragazze con disabilità.
Circa la protezione delle donne disabili e, più in generale delle persone con problemi di disabilità, il rapporto mette in risalto come l’interdizione e l’inabilitazione si pongano in contrasto con l’articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che riconosce loro la piena capacità giuridica e di agire, garantendo loro una partecipazione alle decisioni relative alla loro vita.
In relazione alla raccolta dei dati statistici sul fenomeno della violenza di genere, come posto in evidenza nella relazione del Forum Italiano sulla disabilità, essa avviene e per dati aggregati, mentre con riferimento alla mappatura dei centri antiviolenza e delle case rifugio, non viene richiesto che sia rilevata l’accessibilità dei servizi, che spesso non adeguati, rimangono preclusi, alle vittime di violenza con disabilità. Peraltro, sussiste, altresì, una problematica di coinvolgimento e partecipazione delle Associazioni che rappresentano le persone le donne con problemi di disabilità, laddove nei due Osservatori con Comitato Tecnico Scientifico (CTS) sulla Violenza di Genere e sulla Parità di Genere, sono presenti le rappresentanti dei Centri Antiviolenza e quelle delle Associazioni femminili, ma non le delegate delle Associazioni di persone con disabilità, che risultano, quindi, erroneamente e irragionevolmente non considerate.
Se a quanto sopra si aggiunge che risulta di comune percezione l’assenza di attenzione sociale e mediatica nei confronti delle ragazze e donne con disabilità, e che sono stati diffusi messaggi e video dispregiativi nei loro confronti (in particolare che le donne disabili siano sessualmente passive, e subalterne all’uomo), si intuisce la gravità della situazione e l’urgenza di adottare, con immediatezza, misure adeguate ad un reale cambiamento sociale.
Inoltre, il Rapporto 2023 evidenzia altri profili critici, vale a dire quello dell’accesso alla giustizia e della “vittimizzazione secondaria”, con fenomeni discriminatori nel corso del procedimento per l’affidamento dei figli, a seguito di denunce penali nei confronti dell’autore di violenza e con valutazioni sulla capacità genitoriale che non considera la particolare condizione di svantaggio.
Come emerge dalla sintesi del Rapporto 2023 del Forum Italiano sulla disabilità, la situazione generale sulla violenza di genere nei confronti delle donne e delle ragazze disabili presenta problematiche che richiedono un’urgenza di risoluzione e che si manifestano con inadeguatezze e atteggiamenti gravemente lesivi della loro dignità. La recente adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul è sicuramente un segnale positivo di cambiamento, ma a livello sociale, il lavoro da svolgere è ancora molto lungo e laborioso
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