Abstract
Lo scopo della domanda indirizzata al Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Napoli è di porre degli interrogativi. Per i quali si reclamano delle risposte solutive.
L’informazione ci porta ad essere cittadini consapevoli, a prendere atto delle realtà che ruotano interno alle singole esistenze. Ed a tal proposito si richiede quale debba essere la modalità comunicativa più adeguata al fine di avere una informazione corretta. Quando la informazione debba essere approfondita (!?). O quando debba essere ritenuta affidabile (!?). Poiché è indubitabile che unicamente avvalendosi di un codice di comportamento condiviso, ampiamente, sia possibile non solo ritrovare il fondamento del vincolo fiduciario, che debba esservi tra l’emittente ed il destinatario, ma sia possibile, soprattutto, ricreare un vincolo di affidabilità e di solidarietà, che deve parimenti essere tale, tra il comunicante e l’opinione pubblica.
Dalla introduzione della stampa alla età contemporanea abbiamo assistito ad una evoluzione dei saperi, delle forme espressive e delle tecnologie, le quali ultime hanno consentito uno sviluppo accelerato dello strumento digitale.
La speculazione filosofica, il modo di produrre informazione e la medesima comunicazione cambiarono in seguito alla scoperta della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg, Diversamente, i cambiamenti ai quali abbiamo assistito, in questi anni recenti, sono stati per molti aspetti asimmetrici, disomogenei, discordanti e talvolta ridondanti.
A causa della rincorsa accelerata dello sviluppo, della ricerca e delle innovazioni ampie porzioni delle comunità sono rimaste escluse dallo sviluppo del pensiero critico.
I modi di sviluppare i linguaggi, i saperi ed i mezzi di comunicazioni hanno dovuto assecondare logiche diverse e target di utenti destinatari assai eterogenei. Ciò, ha frammentato ulteriormente le società e causato un decadimento della funzionalità della notizia.
La notizia è divenuta, di fatto, un bene di consumo. Un dato da somministrare a dei consumatori compulsivi, pur di soddisfarne il senso di appartenenza. La identità collettiva.
Ciò si è riverberato sul modo di apprendere delle persone destinatarie e sulle mentalità del giornalismo.
La stampa e il giornalismo sebbene siano stati sempre intesi quali fenomeni connaturati alle esperienze fondamentali delle esistenze degli individui, poiché portatrici di valori, di verità e di fondamenti inderogabili, hanno subito anch’esse delle mutazioni genetiche (mi sia consentita la definizione, dal tono eugenetico). La stampa scientifica ha dovuto selezionare i destinatari delle comunicazioni. La stampa sportiva ha dovuto romanzare i tecnicismi sportivi, pur di affascinare le masse. E la stampa delle cronache hanno stordito le persone, a causa delle somministrazioni continue di informazioni traumatiche, nocive, violente e drammatiche.
Gli utenti sono esposti continuamente a dei flussi informativi che stordiscono, per le abnormità. Che disorientano, a causa delle discordanze. O che intronano per i clamori.
I flussi continui di informazioni e di notizie che si dirigono verso, o che provengono da, una dimensione globale stonano dinanzi alle esistenze infinitesimali degli individui.
Le informazioni sono polverizzare, sminuzzate, s’aggirano per il globo come pulviscolo. E se per un verso contribuiscono a positivizzare le consapevolezze ed i rapporti interni alle comunità, talaltra comportano traumi, paradossi informativi, o tante altre implicazioni negative nei comportamenti.
A questo punto l’istante chiede (con il proprio atto) quale debba essere la funzione del comunicato stampa (!?). E quale modalità informativa debba essere codificata, per far sì che l’informazione ci conduca ad essere cittadini consapevoli.
Le conclusioni sono indicate in uno schema logico propositivo attraverso il quale si chiede al Comitato Pari Opportunità di Napoli di adoperare delle scelte razionali in base alla propria consapevolezza. E di effettuare delle analisi che tengano conto dei criteri redazionali, delle regole della comunicazione e dell’etica della informazione.
In tal modo, si propone non di ingabbiare la notizia in un mero regolamento amministrativo ma bensì di redigere un regolamento che rafforzi il vincolo di fedeltà tra l’ufficio stampa ed il destinatario della informazione. Senza tralasciare, con ciò, il tema dell’avvento dei social media e del rapporto che debba esservi tra il comunicatore e la platea dei giornalisti – verificatori.
Abstract.
The purpose of the question addressed to the Equal Opportunities Commission of the Naples Bar Association is to ask questions. For which solutions are needed. Information leads us to be aware citizens, to take note of the realities that revolve within individual existences. And in this regard, we ask ourselves what the most appropriate communication method for correct information should be (!?). When information needs to be in-depth (!?). Or when it should be trusted (!?). Since there is no doubt that only by making use of a widely shared code of conduct, it is possible not only to rediscover the basis of the fiduciary bond, which must exist between the issuer and the recipient, but it is possible, above all, to recreate a bond of reliability and of solidarity that must be such between the communicator and public opinion. From the introduction of printing to the contemporary age we have witnessed an evolution in knowledge, expressive forms and technologies, the latter having allowed an accelerated development of the digital tool. Philosophical speculation, the very way of producing information and communication changed following Gutenberg's discovery of movable type printing. Otherwise, the changes we have witnessed in recent years have been in many respects asymmetrical, non-homogeneous, discordant and sometimes redundant. Due to the accelerated pace of development, research and innovation, large portions of communities have remained excluded from the development of critical thinking. The methods of development of languages, knowledge and means of communication have had to accommodate different logics and very heterogeneous user targets. This has further fragmented societies and caused a decline in news functionality. News has become, in fact, a consumer good. A fact to be given to compulsive consumers, to satisfy their sense of belonging. Collective identity. This had repercussions on the way of learning of the recipients and on the mentality of journalism. Although the press and journalism have always been understood as phenomena inherent to the fundamental experiences of the existence of individuals, as bearers of values, truths, and mandatory foundations, they have also undergone genetic mutations (allow me the definition, with a eugenic tone). The scientific press had to select the recipients of the communications. The sports press had to romanticize sporting technicalities to fascinate the masses. And the press has stunned people, due to the continuous administration of traumatic, harmful, violent, and dramatic information. Users are continuously exposed to information flows that stun, due to their abnormality. Which disorientate, due to the discrepancies. Or who dies for the clamor. The continuous flows of information and news that are directed or come from a global dimension are out of place when compared to the infinitesimal existences of individuals. Information is pulverized, torn to pieces, wandering around the globe like dust. And if on the one hand they contribute to positivizing awareness and relationships within communities, on the other they lead to trauma, information paradoxes or many other negative aspects in behavior. At this point the applicant asks himself (with his own act) what the function of the press release should be (!?). And what method of information should be codified to ensure that information leads us to be aware citizens. The conclusions are indicated in a logical proposal through which the Equal Opportunities Committee is asked to make rational choices based on its own awareness. And to carry out analyzes that consider editorial criteria, communication rules and information ethics. In this way, it is proposed not to cage the news in a mere administrative regulation but rather to draw up a regulation that strengthens the bond of loyalty between the press office and the recipient of the information. Without neglecting, with this, the theme of the advent of social media and the relationship that must exist between the communicator and the public of journalists - verifiers.
Ordine degli Avvocati di Napoli
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Comitato Pari Opportunità
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Istanza.
Io sott. sig. avv. Giovanni Di Salvo, nato in Napoli, l’8.6.1967, ivi residente ed elett. dom.to in Via Vittorio Emanuele III, n.11, int.2, 80145, telef. 3271104923, e-mail [email protected], p.e.c [email protected], iscritto presso l’Ordine degli Avvocati di Napoli, n.16358, illustro quanto segue:
premesso che:
Per tutto quanto illustrato io sott. Giovanni Di Salvo,
Chiedo
al Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Napoli di Voler:
Salvo ogni diritto.
Napoli, il 10.11.2023.
Avv. Giovanni Di Salvo.
Allegati