Una mattina buia un uomo portava a spasso il proprio cane che veniva quasi investito da un motociclista.
La reazione è stata sproporzionata: il proprietario del cane ha massacrato di botte il motociclista rendendosi responsabile dei reati di lesioni aggravate e minaccia grave.
L’uomo ha infatti picchiato selvaggiamente la persona offesa in quanto aveva messo in pericolo l’incolumità del proprio cane. Tale reazione è stata giudicata del tutto sproporzionata al cospetto della minimalità del fatto da cui è sfociata la violenza ai danni del motociclista.
Infatti, la pronta manovra di emergenza posta in essere dal motociclista, unitamente allo strattonamento del guinzaglio da parte del conduttore del cane, ha scongiurato ogni contatto del mezzo con l’animale.
La condotta dell’imputato andava ben al di là di una mera reazione d’impeto, avendo colpito la persona con un reiterati pugni e calci fermandosi solo quando vedeva il suo volto pieno di sangue.
Altrettanto grave è stata la minaccia: il gesto di minacciare di tagliare la gola della persona offesa, mimando il gesto dell'utilizzo del coltello, ed accompagnandolo con l’espressione “ti ho fatto vedere io chi sono”, era idoneo a cagionare un grave turbamento nella vittima proprio perché quella minaccia era stata preceduta da un’azione continuata e violenta posta in essere ai suoi danni.
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