Internet, nuove tecnologie Cultura, società  -  Marco Faccioli  -  03/06/2022

ALTRO CHE IPERCONNESSI! - Stare senza SOCIAL e vivere felici.

Questa volta parrebbe proprio che uno dei leitmotiv dei nostri tempi, ovvero quell'insopportabile inciso che oramai troviamo ovunque come il prezzemolo: “lo dice la scienza” (vero e proprio jolly che può essere calato a chiosa giustificativa di qualsiasi genere e tipo di imbecillità), possa essere citato a ragion veduta, perché è stata proprio la scienza a dirlo.

Ma a dire cosa? Che senza i social media si sta meglio, si è più tranquilli e ci si gode di più il proprio tempo libero. Potrebbe sembrare il segreto di Pulcinella, eppure vi sono fior di studi specialistici che, da anni, teorizzano una rinascita della tranquillità psicofisica direttamente proporzionale al diminuito utilizzo dei social media. Il giornalista scientifico Andrea Nepori sulle pagine di Repubblica ci racconta che un gruppo di ricercatori dell’Università di Bath (ovvero ...lo dice la scienza!) ha pubblicato uno studio sulla rivista di psicologia cibernetica “Behaviour and Social Networking” che conferma l’effetto positivo dell’astensione dall'utilizzo dei social network. Una sola settimana di digiuno da Instagram, Facebook, Twitter, TikTok e compagnia briscola, stando alla ricerca, basta a far migliorare i livelli di benessere psicologico e a mitigare ansia e depressione.

Vediamo ora come i ricercatori sono arrivati a questa conclusione: la metodologia utilizzata è quella di uno studio controllato randomizzato: a una parte dei 154 volontari che si sono sottoposti all'esperimento è stata chiesta una cosa che a parole pare abbastanza semplice: evitare l’uso dei social network per una settimana; a tutti gli altri è stato invece suggerito di continuare a utilizzare i social come sempre. Dopo sette giorni i ricercatori hanno tirato le somme dell'esperimento rilevando una differenza sostanziale nei livelli di benessere tra coloro che avevano abbandonato i social (o comunque diminuito molto il loro utilizzo) e chi ha invece continuato a utilizzare le piattaforme. Il professor Cal Newport, autore dell'esperimento, che da anni si occupa della relazione fra tecnologia, social network e salute mentale, riferisce che non è la prima volta che uno studio scientifico dimostra una connessione plausibile fra l’uso dei social e il deterioramento del benessere psicologico.

Diamo ora la parola agli studiosi: “Il nostro esperimento dimostra che chiedere alle persone di smettere di usare i social media per una settimana porta a miglioramenti significativi del benessere, della depressione e dell'ansia”. L'effetto negativo dell'utilizzo prolungato dei social media, paragonabile a quello di alcune dipendenze, è facilmente riscontrabile quando ci fermiamo anche solo per un secondo ad analizzare il nostro uso quotidiano dei social media. Ma come mai, ci chiediamo, l'uso dei social è comunque considerato inevitabile? Perchè nessuno riesce a farne a meno? Perchè, sebbene considerati alla stregua delle sigarette del nuovo millennio, i social continuano a macinare iscritti e interazioni quotidiane da capogiro? Nonostante le prove scientifiche che lo sbilanciamento tra effetti negativi e positivi delle piattaforme come Facebook e Instagram sia sempre più consistente, continuiamo ancora imperterriti a considerare questi servizi come un elemento inevitabile e ineludibile della nostra quotidianità. Il professor Newport continua a domandarsi: “perché non la smettiamo di trattare questi strumenti come un'inevitabile necessità civile e professionale?”.

Forse la risposta a questa domanda è molto più semplice di quanto non si creda: per molte persone i social media coincidono con la loro vita reale, o peggio, rappresentano un'altra vita (sostitutiva di quella vera) laddove si cerca una propria posizione e magari un riscatto da quest'ultima. Ogni foto, ogni video, ogni commento che si pubblica racchiude in sé l'ansia di quella che sarà la risposta del pubblico (che, non dimentichiamolo, per il 99,9% degli utenti dei social è rappresentato da “amici”, quegli stessi conoscenti virtuali con i quali H24 se la si suona e se la si canta vicendevolmente per tutto il giorno) perché, come abbiamo detto più volte, la nostra reputazione digitale deriva dal numero di like che riusciamo a strappare e dall'interesse che riusciamo a suscitare. A dirla tutta, star dietro a un profilo al fine di ottenere consenso, è un vero e proprio lavoro, carico di ansie, di aspettative, di frustrazioni, di sonore incazzature …e pensare che è un lavoro che ci assorbe a volte tutto il giorno, notte compresa, ma la cosa drammatica è che il più delle volte è totalmente, assolutamente, drammaticamente gratis.




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