Cultura, società  -  Paolo Cendon  -  17/07/2024

Al cinema

Era autunno avanzato e, come tanti altri quindicenni, non sapevo quel giorno in che modo gestire la mia vita.  La soluzione più semplice, per il dopopranzo, dopo aver fatto una parte dei compiti, era quella di infilarmi in un cinema. Meglio se c’era qualcosa in seconda visione, perché, avendo pochi soldi in tasca, ero abbastanza sicuro che, in tal caso, avrei potuto permettermi il costo del biglietto. Preferivo il pomeriggio; la sera alle dieci ero, d’abitudine, già sotto le coperte nel mio letto che dormivo. Non c’era in programma niente di cinematograficamente interessante, quel giovedì, per le seconde visioni, a Venezia; scelsi così di andare al Giorgione, dove dal giorno prima davano un film americano d’avventure, ambientato nel Medio evo. Erano le quattro, la sala del cinema era grande e a quell’ora del tutto vuota (si poteva entrare anche a film iniziato quella volta); puntai così su un posto a metà sala, verso la sinistra, dove era particolarmente buio, in una zona in cui non c’era nessuno. Mi sedetti.  Sullo schermo due cavalieri con l’armatura stavano duellando fra loro, in quel momento; e dopo un attimo mi lasciai prendere dallo scontro. Passarono così cinque minuti, ero molto concentrato e quasi non mi accorsi che, con tanto spazio libero, qualcuno era venuto a sedersi proprio nel posto alla mia destra, senza dire una parola. Non guardai da quel lato neanche dopo: altri venti secondi però e avvertii, all’improvviso, una lieve pressione sulla mia coscia destra; chinato lo sguardo, senza proprio voltarmi, vidi che si trattava della mano sinistra del nuovo venuto, che come un ragno stava salendo, impercettibilmente, verso il mio inguine. Non ero esperto di cose del genere, sentii subito però che la cosa mi piaceva poco, non sapevo come reagire, decisi comunque di non fare scenate. Mi limitai a prendere quella mano per il polso, la sollevai delicatamente dalla mia coscia e la depositai, senza dire niente di sgradevole, sul ginocchio sinistro del suo legittimo proprietario. Il quale dopo un attimo, in silenzio, si alzò dal sedile e scomparve nel buio verso la sua destra. Non lo seguii con lo sguardo. Forse andò a sedersi a guardare il film da solo, da qualche parte, forse lasciò subito il cinema, forse scelse un’altra preda sessuale. Quando due ore dopo uscii dal Giorgione, mi guardai un po’ intorno, cercandolo vagamente con gli occhi, e sapendo però che – dato che non lo avevo visto bene prima -  individuarlo adesso era difficile … il film comunque non era stato granché

 




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