L’invenzione del danno esistenziale e il perfezionamento applicativo del danno morale hanno talora creato in certe persone, soprattutto di sesso femminile, le quali erano state abbandonate sentimentalmente dal proprio partner, l’illusione che quell’abbandono potesse essere configurato come un illecito; e che loro stesse - nella veste di vittime - potessero essere autorizzate a pretendere dall’abbandonante un risarcimento del danno non patrimoniale subito.
In realtà il nostro sistema, per quanto concerne i rapporti amorosi, è imperniato sul riconoscimento del diritto di voler bene a chi ci pare, diritto da ricondurre al principio generale di libertà, secondo il quale - nella misura in cui non calpestiamo dei diritti altrui - siamo liberi di fare quello che ci pare.
Altri sistemi al mondo non sono così, purtroppo, ma il nostro certamente appartiene agli ordinamenti liberi per quanto concerne ogni aspetto e fragranza del romanticismo.
Siamo quindi liberi anche di disamorarci, e in questo caso, di lasciare il partner precedente ed eventualmente di trovarne un altro: si tratta di uno dei corollari più importanti del c.d. diritto alla ricerca della felicità. Egoisti ma liberi.
Nessun risarcimento possibile, quindi, per la ragazza abbandonata dal suo fidanzato (e viceversa).
Per immaginare una soluzione diversa, cioè sanzionatoria, occorrerebbe immaginare una vera e propria congiura, ordita capricciosamente o vendicativamente da un ipotetico seduttore, mosso da moventi oscuri e rancorosi ad esercitare il suo fascino nei confronti di una persona da lui stesso identificata come fragile ed indifesa, incline ad essere suggestionata. E non mancano, in effetti, libri e film in tal senso, valga per tutti l’esempio del famoso “Les Liaisons Dangereuses” di Choderlos de Laclos.
Altrimenti dovrà valere il vecchio principio/consiglio: “L’amore è come un autobus, prima o poi ne passa sempre un altro”.
https://youtu.be/y5E79koDBQk