La Commissione ha pubblicato nel luglio 2024 la quinta Relazione annuale sullo Stato di diritto, in cui esamina sistematicamente e obiettivamente gli sviluppi avvenuti in tutti gli Stati membri, in condizioni di parità.
Gli Stati membri e l'UE nel suo complesso sono preparati decisamente meglio per individuare, prevenire e affrontare le crisi emergenti, rispetto agli ultimi anni, ma permangono le criticità in merito alla gestione delle influenze dei gruppi di interesse e delle lobbies, che operino all'interno degli ambiti istituzionali interni e degli Stati.
Gli Stati membri hanno migliorato i contesti istituzionali e gli strumenti per combattere la corruzione, investendo risorse maggiori nelle capacità dei servizi di contrasto, dell'autonomia della magistratura, delle risorse delle Procure e della indipendenza dei giudici. Occorre però intervenire con risorse aggiuntive per rafforzare i quadri della prevenzione, come quelli che disciplinino le attività di lobbying, il conflitto di interessi e le norme sulle dichiarazioni patrimoniali. E per garantire le indagini e le azioni penali efficaci nei casi di corruzione.
Tale necessità è evidenziata dalle Raccomandazioni di quest'anno.
Gli Stati dell'allargamento hanno rafforzato le disposizioni giuridiche e istituzionali, sebbene debbano essere potenziati gli strumenti per le indagini, le istruttorie (interrogatorio libero) e l'azione penale nei confronti dei casi di corruzione. Inoltre, gli Stati membri hanno continuato a migliorare le qualità dei loro processi legislativi ed a coinvolgere i portatori di interessi, in ossequio ai criteri indicati ed alle osservazioni avanzate nelle relazioni precedenti sullo Stato di diritto. Mentre alcuni Stati membri hanno potenziato gli statuti e le risorse delle istituzioni nazionali per i diritti umani, dei difensori civici e di altre autorità indipendenti. Rimangono, dunque, problemi generali, in altri Stati membri, quali le scarse operatività delle garanzie costituzionali, l'utilizzo eccessivo delle procedure accelerate e le qualità generali dei processi legislativi, come pure le consultazioni dei portatori di interessi e dei lobbisti, che manifestano tendenze suggestive eccessive ed interferenze illecite nelle amministrazioni degli enti e presso le istituzioni centrali.
Infine, i redattori denunciano che la società civile ed i difensori dei diritti umani devono far fronte a sfide crescenti, restrizioni giuridiche ed attacchi costanti ed ingiustificati, comprese le limitazioni sistematiche del margine operativo in alcuni Stati membri.