Varie  -  Gabriele Gentilini  -  23/11/2024

Proposta di risoluzione comune sul proseguimento del sostegno finanziario e militare all'Ucraina da parte degli Stati membri dell'UE RC-B10-0028/2024

Continua la grave situazione di crisi e conflittualità sul fronte russo ucraino, da oramai due anni e 10 mesi circa.

Lo corso 20 settembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo", atto non vincolante e priva di effetti giuridici, semmai di raccomandare le istituzioni europee o nazionali a prendere provvedimenti su temi specifici.

Secondo il testo approvato dal Parlamento europeo si:

7. ribadisce che l'Ucraina, in quanto vittima di aggressione, ha un legittimo diritto all'autodifesa conformemente all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; ricorda che l'assistenza militare cospicua, seppur ancora insufficiente, fornita dall'UE, dagli Stati Uniti e dai partner che condividono gli stessi principi è pensata per consentire all'Ucraina di difendersi efficacemente da uno Stato aggressore e di ripristinare il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale;

8. invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico e lascia l'Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture;

9. sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora e deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all'inizio dell'anno in corso; ribadisce pertanto il suo invito agli Stati membri a rispettare l'impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all'Ucraina, di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate; chiede la rapida attuazione degli impegni congiunti in materia di sicurezza contratti tra l'UE e l'Ucraina; ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell'UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all'Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo;

Come noto l’articolo 11 della Costituzione stabilisce che  l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Dunque il predetto art. 11 è formulato in modo da proibire la partecipazione diretta dell’Italia a guerre di carattere offensivo e l’uso di queste ultime come strumento per risolvere «controversie internazionali», vietando anche ogni forma di assistenza – inclusa la fornitura di armi – a Stati che conducano tale tipo di guerre. Sono invece consentite azioni belliche con un carattere difensivo. 

Un riferimento può spostarsi all'art. 5 del trattato Nato per cui è sancito il principio della difesa collettiva  e così se un Paese membro della Nato viene attaccato, gli altri Paesi membri sono tenuti a intervenire con tutti i loro mezzi a disposizione, compresi quelli militari.

Si sa che comunque né Russia né Ucraina fanno parte e sono firmatari del citato trattato.

Altro aspetto è il rinvio all'art. 51 del trattato delle Nazioni Unite secondo cui vige il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale

Può farsi cenno all’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, che stabilisce il principio per cui gli Stati membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.

L’articolo 6 della XIII Convenzione dell’Aia del 1907, prevede che è vietata la consegna, a qualunque titolo sia, fatta direttamente o indirettamente da un potenza neutrale a una potenza belligerante, di navi da guerra, di munizioni o di qualsiasi materiale di guerra.

Su questo ultimo aspetto potrebbe tuttavia essere discutibili i divieto in questione soprattutto in virtù del sistema di sicurezza collettiva consolidatosi con la convenzione delle Nazioni Unite

Questi obblighi sono oggi ritenuti da molti inconciliabili con il sistema di sicurezza collettiva instaurato con le Nazioni Unite e con le alleanze regionali, che prevedono un dovere di assistenza reciproca cogente per gli Stati membri. È vero che il divieto di fornitura di materiale bellico alle parti belligeranti è uno dei corollari della neutralità, ma l’invio di armi all’Ucraina non costituirebbe necessariamente una lesione di questo principio. 

Potrebbe anche ricorrersi al trattati internazionali ed in particolare il Trattato sul commercio delle armi, adottato dall’Assemblea Generale dell’Onu il 2 aprile 2013 ed entrato in vigore il 24 dicembre 2014 il cui art. 6 vieta a uno Stato di esportare armi se sa che saranno usate per violare le Convenzioni di Ginevra. L’articolo 7 impone poi l’obbligo di esercitare una procedura di valutazione per determinare se le armi potranno essere utilizzate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei regimi internazionali di diritti umani, atti illeciti ai sensi delle convenzioni internazionali relative al terrorismo o alla criminalità transnazionale organizzata. 

Resta per il momento uno sfondo molto intricato su cui anche il  Consiglio di sicurezza dell’ONU, per quanto lo scorso febbraio abbia dichiarato come sua priorità quella di promuovere una soluzione al conflitto, in conformità con i principi espressi dalla Carta delle Nazioni Unite, non appare in grado di lasciare intravedere a breve soluzioni efficaci per risolvere il conflitto.

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Risoluzione del Parlamento europeo sul proseguimento del sostegno finanziario e militare all'Ucraina da parte degli Stati membri dell'UE

(2024/2799(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina e sulla Russia adottate dal 1º marzo 2022, in particolare la risoluzione del 17 luglio 2024 sulla necessità di un sostegno continuo dell'UE all'Ucraina[1],

 visti la Carta delle Nazioni Unite, le convenzioni dell'Aia, le convenzioni di Ginevra e i relativi protocolli aggiuntivi, nonché lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale,

 vista la relazione del 14 febbraio 2024 della Banca mondiale, del governo dell'Ucraina, della Commissione europea e delle Nazioni Unite dal titolo "Ukraine - Third Rapid Damage and Needs Assessment (RDNA3) February 2022 – December 2023" (Ucraina – Terza valutazione rapida dei danni e delle esigenze (RDNA3), febbraio 2022 – dicembre 2023),

 visto il regolamento (UE) 2024/792 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 febbraio 2024, che istituisce lo strumento per l'Ucraina[2],

 viste le conclusioni del Consiglio europeo e la dichiarazione comune sul sostegno all'Ucraina del 12 luglio 2023,

 visti gli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l'Unione europea e l'Ucraina del 27 giugno 2024,

 vista la dichiarazione dei ministri degli esteri di Francia, Germania e Regno Unito del 10 settembre 2024 sul trasferimento di missili balistici da parte dell'Iran alla Russia,

 visto il concetto strategico 2022 della NATO,

 visto l'articolo 136, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che dal 24 febbraio 2022 la Russia conduce una guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina, continuando le aggressioni già in atto dal 2014, tra cui l'annessione della Crimea e la successiva occupazione di parti delle regioni di Donetsk e Luhansk, e continua a violare persistentemente i principi della Carta delle Nazioni Unite attraverso le sue aggressioni contro la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina e a violare palesemente e gravemente il diritto internazionale umanitario, quale stabilito dalle convenzioni di Ginevra del 1949;

B. considerando che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella sua risoluzione del 2 marzo 2022, ha immediatamente qualificato la guerra russa contro l'Ucraina come un atto di aggressione in violazione dell'articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite e, nella sua risoluzione del 14 novembre 2022, ha riconosciuto la necessità di ritenere la Federazione russa responsabile della sua guerra di aggressione nonché responsabile sul piano legale ed economico dei suoi atti illeciti a livello internazionale, tra l'altro attraverso il risarcimento dei danni causati a cose e persone;

C. considerando che la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso diversi mandati di arresto nei confronti di ufficiali russi responsabili di crimini di guerra, consistenti in attacchi contro bersagli civili e deportazione e trasferimento illegali di popolazione dalle zone occupate dell'Ucraina alla Federazione russa, a danno di minori ucraini; che nel settembre 2024 la Mongolia non ha dato esecuzione al mandato di arresto emesso dalla CPI nei confronti di Vladimir Putin;

D. considerando che l'Ucraina e i suoi cittadini hanno dato prova di ferma determinazione nel difendere con successo il loro paese, nonostante il costo elevato in termini di vittime civili e militari; che le forze russe continuano a sferrare attacchi sistematici e indiscriminati contro aree residenziali e infrastrutture civili in Ucraina, causando la morte di migliaia di civili ucraini, deportazioni forzate e sparizioni, anche di bambini, nonché l'imprigionamento illegale e la tortura di cittadini ucraini, l'esecuzione di civili, soldati e prigionieri di guerra e atti di terrore in tutto il paese, compreso il ricorso alla violenza sessuale e agli stupri di massa come arma di guerra; che milioni di ucraini, per sfuggire all'aggressione russa, continuano a essere sfollati all'interno dell'Ucraina e in altri paesi;

E. considerando che dal 24 agosto 2024 la Russia conduce la sua più intensa campagna di bombardamento aereo contro l'Ucraina, lanciando un gran numero di missili balistici, bombe plananti, droni e altre armi contro Kharkiv, Kiev, Poltava, Sumy, Odessa e Leopoli, dove un recente attacco con droni e missili ha ucciso sette civili a soli 70 km dal confine polacco; che la Russia ha di fatto danneggiato o distrutto fino all'80 % delle infrastrutture energetiche del paese, il che rischia di creare una grave crisi umanitaria in Ucraina durante i prossimi mesi invernali; che tali attacchi sistematici costituiscono crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale;

F. considerando che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che il 12 settembre 2024 un missile russo ha colpito nel Mar Nero una nave portarinfuse diretta in Egitto che trasportava grano, rendendo la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare nuovamente un bersaglio; che i droni e i missili russi che prendono di mira l'Ucraina violano sempre più lo spazio aereo dell'UE e della NATO, mettendo a repentaglio i cittadini delle nostre regioni orientali;

G. considerando che la situazione umanitaria in Ucraina, in particolare vicino alle linee del fronte, sta diventando sempre più critica; che, secondo le Nazioni Unite, i recenti attacchi russi alle infrastrutture civili critiche hanno privato decine di migliaia di ucraini dei servizi essenziali e oltre 14,6 milioni di persone, pari a circa il 40 % della popolazione ucraina, avranno bisogno di aiuti umanitari nel 2024; che l'intensificarsi delle ostilità nell'oblast di Kharkivska a maggio ha provocato il più grande sfollamento in Ucraina dal 2023; che, a causa della carenza di finanziamenti, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite gli operatori umanitari non sono al momento in grado di far fronte pienamente alle necessità primarie nel paese; che con il protrarsi del conflitto nei prossimi mesi le necessità urgenti persisteranno e peggioreranno; che la distruzione delle infrastrutture in Ucraina sta avendo conseguenze disastrose sulla salute delle donne, che spesso forniscono cure mediche e infermieristiche e si occupano dell'assistenza;

H. considerando che l'Ungheria ha emanato un decreto che viola la direttiva sulla protezione temporanea[3], sospendendo il sostegno statale agli alloggi destinati ai rifugiati provenienti dall'Ucraina occidentale e lasciando senza casa molte persone, gran parte delle quali donne e minori;

I. considerando che, in base all'ultima stima contenuta nella valutazione rapida dei danni e delle esigenze (RDNA3) pubblicata congiuntamente dal governo ucraino, dal gruppo della Banca mondiale, dalla Commissione e dalle Nazioni Unite, al 31 dicembre 2023 il costo totale della ricostruzione e della ripresa in Ucraina ammonterà ad almeno 486 miliardi di USD per il prossimo decennio, contro i 411 miliardi di USD stimati nell'anno precedente;

J. considerando che l'UE e i suoi Stati membri hanno finora fornito all'Ucraina oltre 100 miliardi di EUR in aiuti finanziari, umanitari e militari e per i rifugiati; che l'UE ha fornito all'Ucraina oltre 25 miliardi di EUR di sostegno macrofinanziario nel 2022 e nel 2023 e ha istituito lo strumento per l'Ucraina, un apposito strumento finanziario che le consentirà di fornire al paese fino a 50 miliardi di EUR di sostegno finanziario prevedibile e flessibile dal 2024 al 2027; che nel luglio 2024 l'UE ha effettuato il primo pagamento regolare di circa 4,2 miliardi di EUR nell'ambito del nuovo strumento per l'Ucraina; che tale pagamento fa seguito al precedente sostegno ponte e di prefinanziamento per un totale di 12,2 miliardi di EUR dall'istituzione dello strumento nel marzo 2024;

K. considerando che la Russia ha notevolmente aumentato la propria spesa e la propria produzione militare nel 2024; che la Russia utilizza inoltre le scorte di munizioni bielorusse e conta sul sostegno militare di diversi paesi, principalmente l'Iran e la Corea del Nord; che, secondo alcune fonti, la Cina sta fornendo alla Russia un'assistenza sostanziale per rafforzarne le capacità militari, assistenza che va al di là delle tecnologie a duplice uso; che, secondo fonti governative, l'Iran avrebbe recentemente inviato in Russia missili balistici a corto raggio Fath-360; che Francia, Germania e Regno Unito hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti dell'Iran;

L. considerando che l'UE e i suoi Stati membri, insieme ai partner internazionali e agli alleati della NATO, continuano a fornire sostegno militare all'Ucraina per assisterla nell'esercizio del suo legittimo diritto all'autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia, conformemente all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; che la missione di assistenza militare dell'UE (EUMAM) a sostegno dell'Ucraina ha addestrato finora circa 60 000 membri delle forze armate ucraine sia in materia di formazione interarma che di formazione specializzata; che la NATO garantirà all'Ucraina un contributo finanziario annuo di 40 miliardi di EUR;

M. considerando che l'assistenza militare continua a essere scarsa, sia in termini di qualità che di quantità, e che permane un ritardo nell'effettiva consegna di armi e munizioni all'Ucraina dopo l'adozione delle relative decisioni di consegna; che molti Stati membri non rispettano gli impegni assunti e che alcuni dei principali contributori hanno persino annunciato l'intenzione di ridurre in modo significativo il proprio contributo agli aiuti militari a favore dell'Ucraina nel 2025; che l'UE ha deciso di utilizzare i proventi straordinari derivanti dagli attivi congelati della Banca centrale russa per sostenere l'Ucraina, in particolare per fornirle ulteriore assistenza militare; che non è stato istituito alcun quadro giuridico per il sequestro e la ridistribuzione effettivi delle plusvalenze derivanti dai beni russi congelati;

N. considerando che, inoltre, l'Ungheria sta bloccando sia il nuovo Fondo di assistenza per l'Ucraina da 5 miliardi di EUR, istituito nel marzo 2024 nell'ambito dello strumento europeo per la pace (EPF), sia l'ottava tranche dei rimborsi dell'EPF per gli Stati membri che hanno fornito aiuti militari all'Ucraina per oltre 18 mesi;

O. considerando che dal febbraio 2022 l'UE ha adottato 14 pacchetti di sanzioni europee volte a minare la capacità della Russia di portare avanti la sua guerra di aggressione illegale;

P. considerando che gli Stati membri dell'UE continuano ad acquistare combustibili fossili e uranio dalla Russia, contribuendo così all'economia russa ed espandendo le risorse per il finanziamento della sua guerra; che le vendite di combustibili fossili russi all'UE hanno superato i 200 miliardi di EUR dallo scoppio della guerra di aggressione su vasta scala contro l'Ucraina, il che corrisponde al doppio dei finanziamenti totali forniti all'Ucraina nello stesso periodo; che l'UE ha concesso una deroga per il petrolio greggio russo importato in Ungheria, Slovacchia e Cechia attraverso l'oleodotto di Druzhba; che l'aumento delle importazioni di gas russo da parte dell'Azerbaigian è fonte di preoccupazione circa il ruolo dell'Azerbaigian quale fornitore alternativo di gas invece della Russia, in quanto Baku, non essendo in grado di soddisfare la domanda europea, potrebbe rietichettare il gas russo come azero per il consumo europeo;

1. condanna con la massima fermezza il protrarsi della guerra di aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina, nonché il coinvolgimento della Bielorussia in tale guerra, e chiede che la Russia cessi immediatamente tutte le attività militari in Ucraina, ritiri incondizionatamente tutte le forze e attrezzature militari dall'intero territorio dell'Ucraina riconosciuto a livello internazionale e compensi l'Ucraina per i danni arrecati al suo popolo, al suo territorio e alle sue infrastrutture;

2. esprime la sua solidarietà unanime nei confronti del popolo ucraino, insieme al suo pieno sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, e sottolinea che questa guerra di aggressione costituisce una palese e flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi fondamentali del diritto internazionale; ribadisce il proprio sostegno all'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri a fornire assistenza umanitaria, sostegno militare, aiuti economici e finanziari e sostegno politico in ogni modo possibile fino alla vittoria dell'Ucraina, allo scopo di porre fine alla guerra di aggressione della Russia e consentire all'Ucraina di liberare tutto il suo popolo e ripristinare il pieno controllo entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale; sottolinea che l'obiettivo ultimo rimane quello di giungere a una pace giusta e duratura in Ucraina alle sue condizioni, garantendo la sicurezza e la dignità dei suoi cittadini in un'Europa pacifica e stabile;

3. invita l'UE e i suoi Stati membri ad adoperarsi attivamente per mantenere e conseguire il più ampio sostegno internazionale possibile all'Ucraina e per individuare una soluzione pacifica alla guerra, che deve basarsi sul pieno rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, sui principi del diritto internazionale, sull'assunzione di responsabilità per il crimine di aggressione e i crimini di guerra commessi dalla Russia, sui risarcimenti e su altri pagamenti russi per gli ingenti danni causati in Ucraina; chiede che l'UE si impegni attivamente per attuare il piano di pace ucraino e creare le basi per lo svolgimento del secondo vertice per la pace;

4. invita la Commissione a proporre rapidamente un'assistenza finanziaria a lungo termine per la ricostruzione dell'Ucraina in collaborazione con i paesi partner, in particolare garantendo la rapida attuazione dello strumento per l'Ucraina e utilizzando quest'ultimo come base per garantire un sostegno continuo a livelli adeguati e risorse per la ricostruzione commisurate al nostro sostegno politico all'Ucraina;

5. invita tutti gli Stati membri ad aumentare i loro finanziamenti a favore dell'Ucraina e ad astenersi dal ridurre i loro contributi; ribadisce la sua ferma convinzione secondo cui la Russia deve fornire un risarcimento finanziario per gli ingenti danni che ha provocato in Ucraina; accoglie con favore la decisione del Consiglio di destinare le entrate straordinarie derivanti dai beni statali russi bloccati al Fondo di assistenza per l'Ucraina e allo strumento per l'Ucraina, come pure la decisione del G7 di erogare all'Ucraina un prestito di 50 miliardi di USD garantito da beni statali russi bloccati; chiede rapidi progressi nell'attuazione della decisione del G7 di offrire all'Ucraina un prestito di 50 miliardi di USD, garantito da beni statali russi immobilizzati, al fine di assicurare l'erogazione tempestiva di fondi all'Ucraina; invita l'UE a portare avanti i lavori, insieme ai partner che condividono gli stessi principi, adeguando, se necessario, la legislazione in materia di sanzioni e istituendo un solido regime giuridico per la confisca dei beni di proprietà dello Stato russo congelati dall'UE;

6. chiede un aumento sostanziale degli aiuti umanitari dell'UE per garantire che l'Ucraina continui a ricevere pieno sostegno nel 2025; osserva che il sostegno umanitario continuerà probabilmente a essere necessario negli anni a venire e sottolinea la necessità che l'UE sia preparata a soddisfare tali esigenze con una pianificazione a lungo termine e fondi adeguati; invita gli stati neutrali ad aumentare la loro assistenza umanitaria a favore dell'Ucraina;

7. ribadisce che l'Ucraina, in quanto vittima di aggressione, ha un legittimo diritto all'autodifesa conformemente all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; ricorda che l'assistenza militare cospicua, seppur ancora insufficiente, fornita dall'UE, dagli Stati Uniti e dai partner che condividono gli stessi principi è pensata per consentire all'Ucraina di difendersi efficacemente da uno Stato aggressore e di ripristinare il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale;

8. invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico e lascia l'Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture;

9. sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora e deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all'inizio dell'anno in corso; ribadisce pertanto il suo invito agli Stati membri a rispettare l'impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all'Ucraina, di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate; chiede la rapida attuazione degli impegni congiunti in materia di sicurezza contratti tra l'UE e l'Ucraina; ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell'UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all'Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo;

10. sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione in materia di difesa aerea tra gli Stati membri per garantire la protezione dalle minacce che raggiungono lo spazio aereo dell'UE e della NATO;

11. invita la Commissione a impegnarsi in una comunicazione strategica negli Stati membri per spiegare l'importanza della difesa dell'Ucraina per la più ampia stabilità dell'Europa e garantire che i cittadini dell'UE siano ben informati circa l'importanza di tale assistenza, sia per la sovranità dell'Ucraina che per la pace e la sicurezza in tutta l'UE; accoglie con favore ed elogia gli sforzi pubblici e le iniziative di crowdfunding dei cittadini in alcuni Stati membri per garantire una fornitura costante di armi all'Ucraina; incoraggia inoltre iniziative analoghe in tutta l'UE per promuovere la solidarietà e la partecipazione dei cittadini a questa causa critica;

12. chiede all'UE e ai suoi Stati membri di rispettare gli impegni della dichiarazione di Versailles del 2022 e di accelerare la piena attuazione della bussola strategica, rafforzando la cooperazione militare europea a livello di industrie e di forze armate, in modo da rendere l'UE un garante della sicurezza più forte e capace, che sia interoperabile con la NATO e complementare a essa; sottolinea che durante il processo di adesione dell'Ucraina all'UE dovrebbero essere intrapresi passi concreti verso l'integrazione del paese nelle politiche e nei programmi di difesa e di cibersicurezza dell'UE; esorta le istituzioni dell'UE ad accelerare l'adozione della strategia per l'industria europea della difesa in modo da garantire la disponibilità e l'approvvigionamento tempestivi di prodotti per la difesa, il che a sua volta consentirebbe la fornitura tempestiva di sostegno militare all'Ucraina; invita gli Stati membri a tenere fede al loro impegno di istituire una produzione militare in territorio ucraino; sottolinea l'importanza della cooperazione con l'industria della difesa ucraina e della sua integrazione, nel lungo termine, nella base industriale e tecnologica di difesa dell'UE;

13. elogia il gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina per il suo ruolo fondamentale nel coordinare il sostegno internazionale ed esorta gli Stati membri dell'UE ad aumentare i loro contributi per rafforzare le capacità di difesa dell'Ucraina;

14. esorta gli Stati membri a fare attivamente pressione sull'Ungheria affinché ponga fine al suo blocco dello strumento europeo per la pace (EPF), compreso il nuovo Fondo di assistenza per l'Ucraina;

15. condanna fermamente il ricorso alla violenza sessuale e di genere come arma di guerra e sottolinea che esso costituisce un crimine di guerra; invita i paesi ospitanti e di transito a garantire l'accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, in particolare la contraccezione di emergenza, la profilassi post-esposizione e l'assistenza all'aborto, anche per le vittime di stupro;

16. ribadisce il proprio invito all'UE affinché intensifichi gli sforzi per far fronte alla drammatica situazione delle persone deportate con la forza in Russia nonché dei minori adottati con la forza in Russia, anche sanzionando i diretti responsabili e coloro che sono coinvolti nel trasferimento forzato e nella detenzione ingiustificata di minori ucraini;

17. esorta l'Ungheria a ritirare il decreto che sospende il sostegno statale agli alloggi destinati ai rifugiati provenienti dall'Ucraina occidentale e ad adempiere agli obblighi che le incombono in virtù della direttiva sulla protezione temporanea dell'UE;

18. invita il Consiglio a mantenere e a prorogare la sua politica in materia di sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia nonché dei paesi e delle entità non appartenenti all'UE che forniscono al complesso militare russo tecnologie e attrezzature militari e a duplice uso, monitorando, rivedendo e rafforzando nel contempo l'efficacia e l'impatto di tale politica; condanna il recente trasferimento di missili balistici in Russia da parte dell'Iran; esorta gli Stati membri ad ampliare e rafforzare ulteriormente il regime di sanzioni nei confronti dell'Iran e della Corea del Nord in considerazione del sostegno militare di tali paesi alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e ad aggiungere altre entità e persone cinesi all'elenco delle sanzioni dell'UE per il loro sostegno al settore della difesa e della sicurezza della Russia; invita il Consiglio ad affrontare sistematicamente l'elusione delle sanzioni da parte di società stabilite nell'UE, di terzi e di paesi terzi; invita il Consiglio a elaborare un nuovo regime di sanzioni orizzontale per contrastare tale elusione, che richiederà uno strumento più generale e applicabile in modo olistico per contrastare l'elusione in tutti i regimi attuati dall'UE;

19. sottolinea che l'impatto delle sanzioni esistenti e del sostegno finanziario e militare all'Ucraina continuerà a essere compromesso finché l'UE consentirà l'importazione di combustibili fossili russi; chiede che sia introdotto un divieto di importazione di cereali, carbonato di potassio e fertilizzanti russi, come pure di materie prime, tra cui alluminio, prodotti siderurgici, uranio, titanio, nichel, legno e prodotti in legno, nonché di gas e petrolio; invita l'UE e gli Stati membri a introdurre un divieto totale di riesportazione dei prodotti petroliferi raffinati russi; chiede inoltre l'attuazione della documentazione relativa alle "regole di origine", che garantirebbe la vera origine dei prodotti petroliferi importati nell'UE;

20. invita i paesi del G7 ad applicare più efficacemente il tetto sui prezzi imposto al petrolio russo trasportato via mare e a reprimere le scappatoie utilizzate dalla Russia per riconfezionare e vendere il suo petrolio a prezzi di mercato; invita l'UE e i suoi Stati membri a esercitare un controllo rigoroso sulla "flotta ombra" russa che, oltre a violare le sanzioni dell'UE e del G7, rappresenta un'immensa minaccia ecologica per l'ecosistema a causa delle sue carenze tecniche e dei frequenti guasti;

21. chiede un embargo totale sul gas naturale liquefatto russo e sanzioni nei confronti di Gazprom e delle compagnie petrolifere russe; invita l'UE a imporre l'obbligo di includere le navi di classe ghiaccio Arc-7 che esportano gas naturale liquefatto russo negli elenchi delle sanzioni dell'Ufficio di controllo dei beni stranieri degli Stati Uniti e dell'UE, negando loro l'accesso ai porti o ai servizi marittimi occidentali; invita l'UE e i suoi Stati membri a imporre sanzioni mirate alle navi marittime utilizzate dalla Russia per eludere le sanzioni sulle sue esportazioni di petrolio e gas e sulla manutenzione dei suoi progetti energetici nell'Artico;

22. chiede sanzioni nei confronti del settore nucleare russo e sanzioni mirate nei confronti degli autori di violazioni della sicurezza nucleare nella centrale nucleare di Zaporizhzhia;

23. condanna il crescente numero di attacchi ibridi perpetrati dalla Russia contro l'UE, i suoi Stati membri e i paesi candidati con l'obiettivo di indebolire il sostegno europeo all'Ucraina attraverso la manipolazione delle informazioni, il sabotaggio, i tentativi dissimulati di destabilizzazione e la corruzione; invita l'UE e i suoi Stati membri a lavorare in modo strategico e proattivo per contrastare le minacce ibride, rafforzare la comunicazione strategica dell'UE e prevenire l'ingerenza della Russia nei processi politici ed elettorali e in altri processi democratici nell'UE e nel suo vicinato;

24. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al presidente, al governo e alla Verchovna Rada dell'Ucraina, al governo russo e agli altri governi interessati, e alle Nazioni Unite.

 

  • [1] Testi approvati, P10_TA(2024)0003.
  • [2] GU L, 2024/792, 29.2.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/792/oj.
  • [3] Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2001/55/oj.




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