A piccoli passi procedo verso il superamento dell"antropocentrismo: non essere il centro, addirittura capire che un centro non esiste, fa stare proprio bene. Dopo una piccola sensazione di vertigine, di disorientamento, ci si sente finalmente liberi. Ne deriva un senso di armonia che farebbe bene a tutti.
Sopra la mia testa spinte dal vento
ebbro d"ottobre le foglie si muovono
con fragorosi passi da gigante.
Mentre sto china a cogliere castagne
chissà quanti occhi mi osservano: rami
con gli occhi, ali con gli occhi,
fruscii con gli occhi. Odono le radici
i miei passi, dovunque i ricci tonfano,
piccole serpi scorrono veloci.
Ogni vita mi annusa.
Nel bosco non sono sola. Confusa,
uguale agli altri: anch"io sono bosco!