Nell'era digitale in cui viviamo, l'avanzamento tecnologico ha portato con sé una serie di benefici inimmaginabili solo qualche decennio fa. Tuttavia, insieme a questi progressi, è emerso un aspetto oscuro: la criminalità informatica. Questo fenomeno, che si manifesta attraverso una vasta gamma di attività illegali condotte attraverso mezzi digitali, rappresenta una minaccia sempre crescente per individui, aziende e persino interi governi.
Il nuovo millennio ha visto l'esplosione di Internet e dei prodotti tecnologici, portando a cambiamenti epocali in ogni aspetto della vita umana. Questi sviluppi offrono un vasto spettro di opportunità di crescita sociale, culturale ed economica, ma allo stesso tempo rappresentano un terreno fertile per nuove forme di criminalità, aprendo una nuova frontiera nella lotta contro il crimine.
Il cyberspazio è un ambiente in continua evoluzione che consente la delocalizzazione delle risorse e la loro accessibilità da qualsiasi luogo, grazie alla dimensione del cloud e alla struttura dinamica del web. Inoltre, le attività possono essere pianificate ed eseguite tramite operazioni automatizzate senza la necessità della presenza fisica dell'utente davanti a uno schermo.
Le manifestazioni criminali online assumono varie configurazioni, rappresentando una minaccia crescente e richiedendo risposte normative adeguate. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la "criminalità informatica" è stata riconosciuta come un fenomeno criminale grave e
transnazionale, dando all'Unione Europea competenza penale in questo settore.
A livello europeo, sono state intraprese diverse iniziative per affrontare la criminalità informatica, come la direttiva sulla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori, Direttiva 2011/93/UE (e “Rettifica della direttiva 2011/92/UE del Parlamento europeo e del Consiglio”), del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile (Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 335 del 17 dicembre 2011) la proposta di direttiva sugli attacchi ai sistemi informatici e altre misure per proteggere i diritti di proprietà intellettuale, DIRETTIVA (UE) 2022/2555 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 14 dicembre 2022 relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione, recante modifica del regolamento (UE) n. 910/2014 e della direttiva (UE) 2018/1972 e che abroga la direttiva (UE) 2016/1148 (direttiva NIS 2).
Tali iniziative riflettono la consapevolezza delle potenzialità criminali di Internet e la necessità di un intervento europeo per contrastare efficacemente la criminalità online.
La criminalità informatica non è un fenomeno limitato ad un solo tipo di attacco o a una singola area geografica. Al contrario, è un insieme di attività criminali che sfruttano la tecnologia informatica per compiere una varietà di reati.
Tra questi troviamo:
1. Furti di Identità
Il furto di identità digitale, perpetrato dagli hacker, costituisce un atto criminale in cui vengono sottratte le informazioni personali di individui, quali nome, data di nascita, numeri di carte di credito e codici di sicurezza sociale, al fine di commettere frodi finanziarie o perseguire obiettivi di spionaggio. Tale illecito si materializza quando i cybercriminali inducono in inganno l'utente, sfruttando la credibilità di una falsa situazione per ottenere accesso a tali informazioni sensibili.
Le conseguenze del furto di identità digitale possono riversarsi in gravi pregiudizi per le vittime, consentendo ai criminali di creare profili social falsi, accedere ai servizi bancari, postali e assicurativi delle stesse, nonché di monetizzare i dati trafugati attraverso il dark web e altre