Cultura, società  -  Redazione P&D  -  01/10/2024

Ministero della Cultura, Istituzioni culturali e Lobbismo - Giovanni Di Salvo

Gli episodi di cronaca recente dimostrano che le influenze dei lobbisti siano tanto invasive da infiltrare e da condizionare gli andamenti del Ministero della Cultura. I protagonisti di questo ennesimo "caso nazionale" si sono introdotti presso le sedi istituzionali ricorrendo, senza indugio, a dinamiche relazionali complesse ed estorsive, allo spionaggio, alle minacce aggravate, al peculato ed alla frode in danno dello Stato. Pur di conseguire una serie di vantaggi personali, patrimoniali e politici ulteriori, quali l'arricchimento associativo in danno dell'ente ed il procacciamento di incarichi stabili e prestigiosi.
La tematica della regolamentazione delle lobbies e del loro apporto ai processi decisionali pubblici è ritornata, così, di immediata attualità. Ed anche per tali motivi si avverte la necessità che siano istituiti i Registri delle lobbies e che sia vigilata adeguatamente l'applicazione della disciplina organica, che garantisca la trasparenza dei processi decisionali.
Il 28 settembre 2016, la Commissione Europea formulò una proposta di accordo interistituzionale tra Commissione, Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea per l’istituzione di un "Mandatory Transparency Register”, che dovrebbe rendere obbligatorio quanto da tempo è in uso su base volontaria presso alcune istituzioni comunitarie.
Tale accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo e la Commissione europea, firmato nel giugno 2001 e rivisto nell’aprile 2014, fissò le norme ed i principi del Registro per la trasparenza delle organizzazioni e dei liberi professionisti impegnati nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione.
In Italia, il 26 aprile 2016, anche la Giunta per il regolamento della Camera dei Deputati approvò una prima regolamentazione delle attività di rappresentanza degli interessi nelle sedi della Camera dei Deputati, affinché le attività di rappresentanza degli interessi, svolte nei confronti dei membri della Camera, siano basate sui principi della pubblicità e della trasparenza.
Da allora possono chiedere l'iscrizione a tale Registro sia persone fisiche che giuridiche, purché indichino l'attività di lobby che intendano svolgere ed i soggetti che intendano contattare. Poiché è evidente che i responsabili politici debbano mantenere un dialogo costante e regolare con le associazioni, le imprese e gli stakeholder; e che tutte le attività di rappresentanza degli interessi, svolte professionalmente nelle sedi della Camera dei Deputati, attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa, debbano essere intese a perseguire interessi leciti propri, o di terzi, nei confronti dei Deputati medesimi.
Per tali motivi ritengo che anche i Ministeri nazionali, le Istituzioni e gli enti pubblici di rilievo debbano dotarsi di strumenti analoghi e debbano inserire la istituzione di un Registro dei rappresentanti degli interessi privati tra le azioni da realizzare nei rispettivi ambiti amministrativi.




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