Internet, nuove tecnologie  -  Marco Faccioli  -  11/11/2022

MA QUANTO MI AMI?

L'amore sfasato (o meglio, sfigato) ai tempi del web.

Immaginiamo per un istante di scrivere una pièce teatrale ambientata ai giorni nostri.

I protagonisti:

Daniele: un ragazzo 24enne (quello che un tempo neanche troppo distante si sarebbe definito “un uomo”) di Forlì.

Un 64enne di Forlimpopoli (lì vicino), in arte “Irene Martini.

Per farla breve, anzi brevissima, Daniele si è suicidato (impiccandosi nella sua stanza di casa) dopo aver scoperto che quella che credeva essere la sua fidanzata virtuale” (termine che, già di per sé, meriterebbe un trattato sociologico a parte) era invece, nella realtà, un uomo di 64 anni con tanto di quel tempo libero da fingersi la di lui dolce metà per oltre un anno. Il giovane, stroncato dal dolore, dalla vergogna, dalla consapevolezza di essersi fatto emotivamente turlupinare per più di un anno (o forse da un ferale mix di queste tre cose), ha deciso di compiere l'estremo gesto, gettando nella disperazione parenti e amici. Irene, o meglio, il diversamente saggio 64enne forlimpopolese, si era infatti spacciato per una avvenente 20enne (Irene Martini per l'appunto) intrecciando con il povero Daniele una vera e propria relazione (ovviamente virtuale, come la nostra epoca esige) a forza di chat, foto, sms ...e via cliccando. Irene era “Irene” esclusivamente su Tinder e altri social network che il genio 64enne utilizzava sotto falso nome dopo aver rubato le foto dal profilo di alcune giovani modelle. E quel profilo farlocco è stato il cavallo di Troia per entrare nelle vite, talvolta fragili, di chi sul web cercava persone (forse vere) per scambiare quattro chiacchiere e magari condividere qualcosa in più. Solamente che la ventenne “Irene Martini” non è mai esistita, e dietro le sue mentite spoglie si celava l'attempato romagnolo in vena di scherzi. Nota bene: il mistificatore virtuale non agiva, come di solito fanno questi soggetti, per ottenere denaro, ricariche su postepay, buoni acquisto su Amazon, foto esplicite, o chissà cos'altro… la sola molla che lo spingeva a comportarsi come un idiota-2.0 era quella di prendere per i meta-fondelli gli ignari utenti del web che pensavano di relazionarsi con Irene anziché con lui. Un passatempo come tanti, come quello di buttar sassi dall'autostrada (anche in questo caso infatti gli autori del gesto non hanno nessun profitto economico, ma solo la soddisfazione di centrare il bersaglio in movimento che passa sotto di loro).

Il programma “Le Iene”, dopo la tragedia, ha intervistato il suddetto “Irene” che, come da tempi correnti, ha minimizzato il tutto senza troppi problemi calando l'asso pigliatutto dei salvataggi in corner, ovvero: “E che sarà mai? Era solo uno scherzo! Se quel ragazzo aveva problemi di testa non è colpa mia! È solo stato uno scherzo durato un bel po'!”. La Legge è esattamente del suo stesso parere, dal momento che, per la morte di Daniele, è stato condannato dal Tribunale di Forlì alla pena esemplare del pagamento della somma di € 835,00 per il reato di sostituzione di persona. Come si suol dire: pari e patta e palla al centro ...non è successo niente. Una pena così irrisoria che “il Irene”, anche dopo la morte del povero Daniele, avrebbe continuato a fare lo stesso gioco con altre persone, con lo stesso metodo e con lo stesso nome: sempre la solita Irene Martini. Questa persona di sessantaquattro anni – spiega l’avvocato della famiglia di Daniele – non aveva raggirato Daniele per estorcergli denaro. Il fine era l’adescamento in senso assoluto, l’imbastimento di una crudele finzione, la tortura psicologica di un giovane troppo fragile”. Il 64enne (al secolo Roberto Zaccaria) sempre per far le cose a puntino, aveva creato anche due altri finti nomi, Braim, fratello fasullo di Irene, e Claudia, amica del cuore della ragazza, con i quali aveva interagito con Daniele, praticamente accerchiando su tutti i fronti il povero malcapitato.

PS: Appena finito di scrivere questo articolo, i giornali hanno battuto la notizia che anche Roberto Zaccaria, sgomento per il clamore mediatico suscitato dalla vicenda, si è tolto la vita dopo aver lasciato un messaggio di addio all'anziana madre. Naturalmente il web si è nuovamente spaccato in due, tra chi accusa le Iene di averlo indotto al suicidio con il metodo dello “sbatti il mostro in prima pagina”, e chi ha gioito per la sua dipartita scrivendo che gli è tornato il male che aveva fatto.




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