Ambiente, Beni culturali  -  Redazione P&D  -  14/09/2023

L'UNESCO salva Venezia, la città sulla laguna non entrerà nella lista dei siti "in pericolo"

Voto di maggioranza a favore della Serenissima: esclusa dall’elenco dei patrimoni mondiali a rischio

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Venti Paesi hanno difeso Venezia dalla possibilità di finire nella black List. Considerando che Nigeria e Tailandia non si sono espressi, tutti gli altri si sono detti favorevoli a mantenere Venezia sito Patrimonio dell’Umanità. L’appuntamento ora è tra due sessioni del World Heritage per capire se quelli che oggi vengono considerati sforzi hanno portato ai risultati sperati. Giovedì pomeriggio a Riad, nel corso della 45° sessione del World Heritage Unesco, si è affrontata la questione Venezia, minacciata per la seconda volta di finire tra i siti in pericolo.

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Il provvedimento sul contributo di accesso, appena votato in un consiglio comunale in parte contestato da associazioni e cittadini, è stato visto dai Paesi votanti come uno sforzo per tentare di salvaguardare la città. La discussione è iniziata con la proposta di inserire Venezia nei siti in pericolo presentata da Icomos, una delle tre organizzazioni incaricate di consigliare il Comitato Unesco nelle sue deliberazioni: «Le misure prese fino a oggi non sono state sufficienti» hanno detto gli esponenti di Icomos. «Se Venezia fosse messa nella lista dei siti in pericolo avrebbe l’effetto di mobilitare un’intera comunità a collaborare a trovare soluzioni per la città».

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Il grido di allarme di Icomos, al quale ha fatto eco nelle scorse settimane quello di una parte di cittadini che chiedevano di inserire Venezia nella black list per denunciare al mondo lo stato di pericolo, è stato rispedito al mittente, a partire dal Giappone, il primo Paese che si è schierato a spada tratta in difesa dell’Italia, ricordando la legge per bloccare l’ingresso della grandi navi in Bacino di San Marco e il Mose per proteggere la città dall’acqua alta ed enfatizzando l’ultima misura votata in consiglio comunale come prova della volontà di salvare la città. I Paesi che si sono succeduti, in prevalenza africani, hanno appoggiato questa visione. Il Messico, pur favorevole ha ricordato la petizione dei cittadini che chiedevano di inserire Venezia nella black List, ma ha appoggiato il Giappone, come tutti gli altri Paesi.

 

 




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