- Storie di fragilità giovanile
- Scelte sbagliate
- Capacità di discernimento
Ho sedici anni ed ho appena partecipato ad una scommessa. Con due miei amici abbiamo organizzato uno scherzo, almeno per me appariva tale quando mi è stato prospettato. Un giorno abbiamo deciso di non entrare in classe ma di spassarcela ed il mio compagno - già maggiorenne beato lui! – ha iniziato a fantasticare su come poter recuperare un po" di soldi per fare una vacanza. Che bello… viaggiare, conoscere e divertirsi.
Mi sono lasciato così coinvolgere che ho suggerito un posto dove si poteva ricavare qualcosa con un po" di fortuna, molta astuzia ed il coraggio che solo gli spavaldi possono avere.
L"idea è piaciuta e così abbiamo organizzato il piano di azione: dovevamo entrare in casa di amici, prelevare qualche oggetto, portarlo ai rivenditori e così ricavare un gruzzoletto per fare qualche viaggetto.
Ah… quanto sono stato ingenuo eppure avrei dovuto rendermi conto di quanto accadeva, avrei potuto evitare ciò che è successo, avrei e ben potevo capire che non era un giochetto fra ragazzi ma stavano per compiere un reato.
In ogni caso, pur potendo ed avendo dovuto prevedere e conoscere tutto ciò che sarebbe accaduto, preso dall"entusiasmo della compagnia mi sono lasciato coinvolgere ed ho partecipato all"azione.
Quella mattina siamo entrati in quella casa che ben conoscevo, sapevo dove erano i preziosi, ho indicato ai miei amici dove prenderli… ho voluto e consapevolmente partecipato al furto ed ho voluto e consapevolmente portato alcuni oggetti dal rivenditore.
Tanto potevo decidere che mi sono anche imposto sui miei amici: qualche collanina ed un po" di soldi li ho tenuti per me. Nessuno avrebbe saputo, nessuno avrebbe sospettato: io così avevo deciso.
Che ingenuità! Quella mattina, quando venni chiamato in caserma dei Carabinieri con quelle insistenti domande su cosa avevo fatto il giorno del furto, chi frequentavo, dove ero stato…. Ho capito.
Ho capito che sono sì un ragazzo ma non per questo incapace di decidere, di scegliere, di valutare le situazioni e di agire di conseguenza.
E quando ho visto la paura ed il dolore negli occhi dei miei genitori il giorno in cui, alle sei di mattina, gli stessi carabinieri che pensavo di aver convinto con le mie bugie sono venuti a casa, hanno guardato dappertutto, hanno continuato a farmi domande, a chiedermi insistentemente le stesse cose (dove ero stato, con chi, a far cosa), allora ho compreso la gravità dell"accaduto delle cui conseguenze non ero immune come credevo.
Era una bravata, un modo diverso per divertirsi ma io potevo comprendere l"importanza di quanto stavo facendo pur rendendomi conto, lo ammetto, solo successivamente del peso della mia azione e di come nella stessa indirettamente ne è rimasta coinvolta anche la mia famiglia che è sempre stata rispettata per onestà e dignità.
Io potevo scegliere di non partecipare all"azione anzi, di più, potevo impedire l"azione: oggi non posso più decidere delle conseguenze pur avendo avuto le possibilità, già allora, di conoscerle e consapevolmente capire quali accadimenti sarebbero succeduti a quell"unica decisione superficialmente presa.