Cultura, società  -  Redazione P&D  -  04/04/2022

L'Afganistan dimenticato e i volti rigati di lacrime dei suoi bambini - Carmela Bruniani

La crisi umanitaria in Afghanistan ha raggiunto livelli che oltrepassano ogni limite di umana comprensione.

Le condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti afgani sono disastrose e oltre alla fame, alle malattie, alle pessime condizioni igienico sanitarie si è ormai stabilizzato un vero e proprio mercato degli esseri umani.

Le famiglie sono costrette a vendere i figli, che finiranno come schiavi o spose- bambine tra le mani di gente senza scrupoli che li considererà proprietà privata, alla stregua di un bene mobile da buttare nella spazzatura alla fine del suo ciclo vitale.

I bambini saranno picchiati, abusati e uccisi senza che nessuno alzi un dito per difenderli.

Decine di ragazzi sono rastrellati ogni giorno nelle strade dalla Forze dell’Ordine e portati in carcere come dei delinquenti comuni per essere rinchiusi in fetide prigioni nelle quali si spegnerà quel che rimane della loro umanità.

I visi rigati di lacrime dei bambini afgani denutriti, sporchi, abbandonati a sé stessi nelle strade polverose delle città e dei paesi sono l’immagine della sconfitta della nostra civiltà.

I neonati muoiono letteralmente di fame, non hanno forza per succhiare il poco latte delle loro madri e la setticemia e la polmonite fanno il resto.

I report delle organizzazioni umanitarie raccontano di donne costrette a partorire da sole sul pavimento, di neonati con il viso rugoso di un vecchio che non resistono al freddo.

In Afganistan in questa stagione i bambini muoiono anche di freddo, non hanno vestiti caldi, scarpe, coperte e vivono nei campi per sfollati.

Le temperature in inverno raggiungono i -16 gradi e non c’è modo di sfuggire al gelo.

Le famiglie spesso private di uno dei genitori e a volte di entrambi non hanno stufe, legna da ardere e i bambini piangono per il freddo masticando pezzi di cartone per lenire i crampi della fame.

In Afganistan non ci sono ospedali a sufficienza, medicine, mezzi di soccorso di prima necessità.

Quel poco che c’è viene dall’esterno, strutture umanitarie, aiuti, raccolte fondi.

Naturalmente non bastano, un sorso d’acqua nel deserto.

I ragazzi con pochi stracci addosso rischiano di morire ogni giorno e, a volte, di subire violenze peggiori della morte che spegneranno ogni residua energia vitale relegandoli al ruolo di esseri inanimati.

I bambini sono i fragili tra i più fragili, vengono al mondo per scelte di altri, soffrono per scelte di altri e muoiono per lo stesso motivo, incapaci di difendersi e di sopravvivere al male.

La sostanza dei bambini è quella degli angeli ma non hanno alcun potere, su di essi si scatena la barbarie umana e loro non posson far altro che piangere.

Non ci sono giustificazioni per spiegare tutto il male che stanno subendo i bambini in Afganistan e per comprendere l’indifferenza del mondo nei loro confronti.

Io guardo le foto dei volti rigati di lacrime e ho paura del genere umano.

Carmelita Bruniani




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