Cultura, società  -  Redazione P&D  -  28/06/2023

La studentessa della prof assenteista: "Non spiegava, non aveva neppure i libri di testo, ma metteva solo 9 o 10. Per comprare il nostro silenzio"

Parla una ragazza che ha avuto Cinzia Paolina De Lio come docente al terzo anno di liceo “Non ha mai avuto continuità: veniva qualche giorno e poi prendeva lunghi periodi di malattia. Abbiamo cambiato diversi supplenti o, a volte, ci facevano uscire prima da scuola”

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“È stata la mia professoressa di filosofia al terzo anno di liceo, ma non l’avrò vista più di dieci volte”: ad affermarlo è Francesca B., oggi studentessa universitaria 22enne, mentre ricorda Cinzia Paolina De Lio, docente in servizio presso l’Istituto d'Istruzione Superiore "G. Veronese - G. Marconi" a Chioggia, destituita dalla Cassazione per “incapacità didattica e inettitudine permanente e assoluta all’insegnamento”.

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ERA A CONOSCENZA DI QUESTA SITUAZIONE?

“Certo che sì, era già nel corpo docente della mia scuola, ma è arrivata ad insegnare nella mia classe al terzo anno. Non ha mai avuto continuità: veniva qualche giorno e poi prendeva lunghi periodi di malattia. Abbiamo cambiato diversi supplenti o, a volte, ci facevano uscire prima da scuola”.

 

CHE GIUSTIFICAZIONI VENIVANO DATE ALLE SUE LUNGHE ASSENZE?

“Eravamo adolescenti e non ci ponevano troppe domande, però, quando chiedevamo agli altri docenti, ci dicevano che mandava certificati di malattia e stava a casa per motivi di salute”.

 

E QUELLE POCHE VOLTE CHE ERA PRESENTE IN CLASSE COME SI COMPORTAVA?

“Non ha mai seguito il programma didattico, non spiegava, non aveva neppure i libri di testo. Trascorreva le ore di lezione a parlare di tribunali che la perseguitavano in quanto ce l’avevano con lei, ma ribadiva che avrebbe portato avanti la sua verità”.

 

QUINDI AI TEMPI AVEVA GIÀ AVUTO PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA A CAUSA DI QUESTO METODO DI INSEGNAMENTO INIDONEO?

“Non le saprei dire, so soltanto che noi, attraverso i nostri genitori, ci siamo lamentati. Abbiamo coinvolto gli altri docenti che erano a conoscenza delle sue assenze e del suo comportamento in classe, ma sembravano quasi rassegnati, nessuno prendeva la situazione in mano. Altre classi andarono a reclamare anche dal preside e, forse, proprio in quell’occasione arrivò un’ispezione a scuola. Concluso il mio terzo anno di liceo, infatti, nella mia classe arrivò un altro professore di filosofia”.

 

DA ALLORA NON L’HA PIÙ VISTA?

“Dopo un paio di anni in cui non sapevamo se fosse stata trasferita o sospesa, mentre io frequentavo l’ultimo anno, è tornata. L’ho rivista nei corridoi e in sala professori, sapevo che insegnava in altre classi, ma non mi soffermai perché per me era una quasi sconosciuta”.

 

CHE RAPPORTO AVEVA INSTAURATO CON VOI ALUNNI?

“Non ha mai instaurato un rapporto con noi, non ne aveva neanche il tempo, tanto che, spesso, sbagliava i nostri nomi perché nemmeno ci conosceva. Poi dava i voti a caso, le poche interrogazioni erano campate in aria: non ci spiegava nessun autore di filosofia, ma magicamente prendevamo tutti 9 e 10. Ci metteva voti alti per evitare che potessimo lamentarci e magari segnalarla al preside. Immagino si sentisse in difetto e cercasse di tutelarsi così”.

 

ORA, PERÒ, È ARRIVATA LA RESA DEI CONTI.

“Finalmente, anche se con i miei ex compagni e i miei genitori non ci capacitiamo di come questa situazione assurda sia venuta alla luce pubblicamente soltanto adesso. Come mai i provvedimenti siano stati presi solo dopo tutti questi anni. È sconvolgente leggere che continua a difendersi, quando invece è visibilmente nel torto e lo sappiamo tutti”.

 

 




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