Persona, diritti personalità  -  Anna Berghella  -  04/05/2022

Iscriversi a scuola con un nome diverso, è possibile?

In Italia si respirano ancora venti di un resistente sessismo, spesso inconsapevolmente celato in stereotipi di genere e profondi pregiudizi, che porta a tutt’oggi una diffusa discriminazione nei confronti delle donne in campo professionale, interpersonale, culturale, sociale e politico.

Come pensate ce la possiamo cavare sui temi della discriminazione e della violenza per motivi fondati, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere?

Pochi sanno che, pur essendo un paese che tarda a legiferare, in Italia è possibile, in alcune scuole più illuminate e in università, attivare la CARRIERA “ALIAS” per studenti e studentesse in transizione di genere. 

Che cosa vuol dire? 

Si tratta di un accordo di riservatezza tra scuola e studente trans (e la sua famiglia se lo studente è minorenne) col quale la persona trans chiede di essere riconosciuta e denominata con un genere alternativo rispetto a quello assegnato alla nascita. E’ una procedura semplice, utilizzata da tempo all’estero, che non richiede certificazioni mediche né psicologiche, e che consente di modificare proprio il nome anagrafico con uno a scelta della persona trans e riportarlo in tutti gli atti scolastici interni: registro elettronico, elenchi di alunni e documenti della scuola aventi valore non ufficiale. 

Si tratta di un importantissimo un punto di partenza sia per la persona trans che per la comunità scolastica ed evita non solo gli atti di bullismo ma anche il disagio di continui coming out, riconoscendo la persona attraverso la sua identità percepita, se non corrisponde a quella assegnata alla nascita in base al sesso biologico. Si garantisce così agli studenti con varianza di genere o trans la possibilità di vivere in un ambiente scolastico sereno, attento alla tutela della privacy e al diritto di ogni persona di essere riconosciuta nel proprio genere espresso, idoneo a favorire rapporti interpersonali che siano improntati alla correttezza ed al reciproco rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona umana.

Nonostante il Ministero dell’Istruzione non abbia ancora provveduto ad emanare delle linee guida specifiche per l’attivazione della carriera alias per studenti trans, per chi vive la sensazione di non essere “conforme” alle aspettative sociali e ai ruoli stereotipati, c’è quindi questa interessante soluzione, costituita appunto dall’attivazione della carriera alias.

Ma da dove arriva questa possibilità? Le norme su cui trova fondamento la carriera alias sono numerose: l’art. 3 della Costituzione Italiana (“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”); la Convenzione Onu sui diritti infanzia e adolescenza 1989; la legge 675/96 sulla Privacy; la legge n. 59 del 15 marzo 1997 e DPR n. 275/99 sull’autonomia Scolastica; il  DPR n. 249/98 denominato statuto delle Studentesse e degli Studenti (“La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva”);  ma anche la Risoluzione del Parlamento Europeo del 28 settembre 2011 sui diritti umani, l’orientamento sessuale e l’identità di genere nel quadro delle Nazioni Unite; e le Linee Guida per la tutela di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTIQ+. 

Da ultimo il Disegno di legge contro l’omolesbotransfobia del 2020 sulle Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, che ha definito l’identità di genere all’articolo 1: “Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.

La percezione di una propria identità di genere, non rispondente a quella assegnata, è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, e può manifestarsi in età molto precoce. Tale scoperta genera ovviamente confusione, disorientamento, mille domande, chiusura, disagio non tanto per la diversa identità percepita quanto per l’assenza di riferimenti culturali e sociali a cui rifarsi.

La carriera alias consente a queste persone di essere riconosciute, e di riconoscersi, come persone adeguate, non sbagliate. E la scuola diventa il luogo della solidarietà, dell’inclusione e della condivisione, il posto idoneo un cui scoprirsi, nel ventaglio delle sfumature di genere, che non è solo rosa o azzurro, ma si manifesta in una molteplicità di variazioni, ognuna con diritto di espressione, di rispetto e di riconoscimento.




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