Danni  -  Paolo Cendon  -  14/09/2022

Io soffro, tu soffri, egli soffre

Potrebbe    arrivare l’occasione per affrontare seriamente   la questione del “danno morale”?

Sto parlando della vera  Cenerentola nell’universo del non patrimoniale: quel  vaso di coccio che,   stretto fra i vasi di ferro del  danno biologico  e del danno esistenziale,  non è mai riuscito   a farsi prendere sul serio da nessuno, legislativamente o  giurisprudenzialmente.

-----------

Non c’è  libro o  articolo di rivista o nota a sentenza  che non accenni alla figura del dolore; sempre però girandoci intorno. Sofferenza, tormenti, dispiacere, patemi, afflizione, angosce, crucci, abbattimento, fitte, nostalgie, spasmi, buio dell’anima; raro che si vada oltre  l’uso di quelle etichette verbali, che si scenda nei dettagli.

------------

Realtà del corpo o  della psiche? Un  po’ questo e un po’ quello?  Articolata in quali filamenti? Classi interne, sequenze, ordini, concomitanze?  Influenzata da quali fattori? Notturna, diurna? Misurabile come?  Dimostrabile in che modo? Quanto profonda, duratura? Diversa, rispettivamente,  nel campo del lutto  familiare, dal settore delle calunnie, dello stalking,  della libertà perduta, delle lesioni all’integrità corporea, del bullismo?

-------------

Un “coso” più piccolo (il danno morale), sulla cui essenza pressoché nulla si dice,  all’interno di un “affare” più grande (il danno non patrimoniale), che ci si ostina a definire al negativo, come pura litote, rimanendo ai bordi. 

Ecco il diritto italiano.




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film


Articoli correlati