Internet, nuove tecnologie  -  Redazione P&D  -  20/07/2023

Il sito di Persona e Danno

 

  1. Da una proposta editoriale, all’inizio del nuovo millennio, prende abbrivio il trattato Persona e danno, opera in cinque volumi a cura di Paolo Cendon edita da Giuffrè. E’ la direzione di tale opera che pare aver gettato il seme, se non creato l’occasione, per la costituzione di un’associazione con il medesimo nome e dalle finalità di carattere culturale e di promozione per lo sviluppo della persona, con la quale il professore, nella veste di presidente, metterà in rete, il sito www.personaedanno.it utilizzando nuova carta.  

Persona e danno - sito - può, infatti, essere preso quale paradigma della migrazione in ambiente internet del genere cartaceo: comunicazione ed informazione attraverso font, liberamente fruibile nello spazio di internet.

Fin dalle sue prime “versioni”, quello che può forse essere definito un “blawg” dal carattere intrinsecamente esistenziale, più che un sito, forniva all’interessato diverse possibilità di accesso alle informazioni: attraverso un indice magistrale o dall’home page con le più recenti pubblicazioni nelle diverse rubriche piuttosto che da un’archivio cronologico degli articoli o attraverso un motore di ricerca interno.

Pensato dallo stesso professore e realizzato da tecnici professionisti, si è da subito proposto qualestrumento culturale e di riferimento, nel mondo del diritto, per coloro che operano in ambito giuridico; un archivio di dati legislativi e giurisprudenziali, ricco dispunti critici, oltre che un osservatorio sulla persona “quale realtà presa a realizzare se stessa”. Un contesto, insomma, dove i problemi giuridici vengono affrontati in chiave interdisciplinare.

Nato come archivio multimediale da web 1.0, alimentato dai contributi quotidiani dei molti autori e collaboratori, con la possibilità di accedere a vari video di eventi formativi e convegni ai quali aveva partecipato il padre fondatore in qualità di relatore, nel corso del tempo, anche Persona e danno non ha resistito ad un’evoluzione. 

   

LA STRUTTURA DEL SITO 

  1. La versione più aggiornata, o quasi, del sito, è online dal luglio 2017 e prende graficamente spunto dal quotidianoThe Washington Post.

L’home page è ricca di immagini e, in alto, una barra di navigazione consente di accedere alle pagine che presentano varie attività in cui è coinvolto Paolo Cendon oltre che ad un indice degli argomenti trattati negli articoli costituenti l’archivio.

Nella pagina principale sono altresì presenti tre rubriche costantemente aggiornate dai vari contributi: una per i testi relativi a legislazione e giurisprudenza,una per gli articoli di dottrina ed i commenti ed una per contributi che non hanno una stretta attinenza con il diritto. Si visualizzano, inoltre, uno spazio che ripropone dei vecchi articoli in maniera casuale ed un altro, adeguatamente congegnato, per fornire informazioni su eventi, video e libri di interesse.

Nel marzo del 2021 un incendio al server nel quale erano conservati i dati, raccolti in oltre16 anni, ha fatto scomparire l’intero sito-archivio e, solo un fortunato recupero di materiali prontamente organizzato, ha consentito di attivare i lavori per una rimessa in funzione dell’intera opera.

Dopo circa 7 mesi da quanto accaduto ai datacenter a Strasburgo il sito sta riprendendo pian piano la sua attività informativa ma l’archivio delle sentenze è seriamente compromesso, richiedendo manodopera e nuove soluzioni tecniche che comunque non mancano, al pari dell’immutato entusiasmo del professore.

   

MA CHI SONO I COLLABORATORI?

  1. La diffusione dell’uso del computer ha comportato un diverso modo di cercare informazioni e un’accelerazione nelle risposte ed anche le professioni afferenti al mondo del diritto si sono adeguate da tempo all’uso della tecnologia: autori, avvocati e gli stessi magistrati fanno spesso uso di banche dati per reperire sentenze o consultare leggi. 

L’internet è, inoltre, un mezzo attraverso il quale vari professionisti hanno la possibilità di scambiare le loro conoscenze ed informazioni, sfruttando in maniera intelligente la collaborazione tra uomo e macchina; un bene comune, più che un ambiente a sé dominato dalla logica dell’acceso o spento. 

Anche il sito di Persona e danno, messo in rete per raccogliere e conservare memoria di buona parte delle pronunce in materia di amministrazione di sostegno o altri temi cari al “professore”, si rivela uno spazio dal quale e nel quale i diversi professionisti, possono esprimersi relativamente a questioni di diritto. 

I molti autori e giuristi in contatto con il professore per vari motivi quali convegni, editoria o vicende universitarie sono spesso invitati a collaborare nella redazione del sito e, fraquesti, alcuni entrano a far parte dell'associazione condividendone finalità ed obiettivi. 

Lo stesso Paolo Cendon è poi solito spronare i redattori non nascondendo di contare molto sul loro apporto redazionale: “Qualunque tipo di scritto più o meno breve, più o meno tecnico, non necessariamente di diritto, purché di buona qualità,  potrà essere interessante e sarà accolto con gioia. Saggi, articoletti, progetti legislativi,  echi della pratica, interviste, pamphlet in  miniatura, momenti comparatistici, denunce di ingiustizie e  storture, segnalazioni e rassegne di giurisprudenza, fiction e non fiction,  note a sentenza, traduzioni, storie di vita vissuta, commenti a nuove leggi,  poesie, raccontini, recensioni, reportage”.  

I contributi online, seppure alle volte brevi, sono di norma caratterizzati da una tendenziale completezza ed attualmente sono più di 30.00.

    

UN SITO UN PO’ OLISTA

  1. Il mito cendoniano supera l’idea di sito utilizzato come semplice accessorio o luogo virtualedi sempre pertinenti discussioni di diritto e si cala nel web 2.0 .

Pare essere cosa nota, quantomeno ai giuristi, la potenzialità generativa di una norma e comunemente accettata la forza dell’interpretazione a completamento del suo linguaggio, oltre che del suo consolidamento ed un sito di informazione in tema di diritto, che rivela la possibile esistenza di interpretazioni dissimili e può fornire una “chiave pubblica” di accessibilità alle leggi, può costituire mezzo per la diffusione della conoscenza della materia trattata.

Quanti, allora, i commenti sulle pronunce in materia di amministrazione di sostegno sin dall’inserimento dell’istituto nel codice civile e quanti i provvedimenti inviati alla redazione dai giudici che li avevano appena confezionati.  

L’archivio si è via via arricchito e le nuove norme, così condivise, hanno avuto molte più probabilità di fare ingresso nel tessuto sociale contribuendo al comune senso di protezione nei confronti dei più fragili.

Pare doveroso precisare che l’amministrazione di sostegno è stata presa ad esempio ma, nel corso degli anni, lemmi vari e rubriche non sono rimasti privi di contenuti, provenienti, peraltro, non solo da giuristi e l’autorevolezza dei contributi, oltre all’impegno costante nella direzione da parte del professore, ha fatto sì che il sito risulti menzionato nella pagina dedicata ai collegamenti per la ricerca giuridica della Biblioteca Centrale Giuridica del Ministero della Giustizia. 

E se, infine, attraverso il sito è sempre stato possibile mettersi in contatto con Paolo Cendon (spesso è stata messa in rete anche la relativa corrispondenza) è con la creazione della pagina Facebook di Persona e danno che si è passati al web. 2.0 e l’esperienza di lettura è divenuta interattiva.  

Il caratteristico stile comunicativo di un’associazione e di un sito ha così raggiunto, senza togliere spazio all’impostazione classica degli interventi, una nuova dimensione naturale e, come d’abitudine, sana ed aperta al dialogo.

 




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