Il 15 aprile del 2007 una giovane ragazza, di tredici anni, si suicidò, spingendosi oltre la finestra e lasciandosi cadere nel vuoto, dal settimo piano di un palazzo.
Pochi mesi prima del gesto mortale era stata violentata e stuprata, nuovamente, da numerose persone adulte, nello stesso giorno.
Nessuno aveva mai dato credito ai racconti delle precedenti violenze ed alle querele formalizzate personalmente dalla minorenne. La quale era stata già abbandonata dai propri genitori, avendola ritenuta malata e disabile. Ed allontanata, successivamente, dalla famiglia e dalla comunità.
La minorenne, successivamente, era stata rinchiusa in un centro di recupero per infermi e per soggetti speciali.
Invece, dopo il suicidio la vittima della violenza divenne la martire dei tanti violentatori impuniti. Ed ancora dopo per i mass - media il simbolo della volontà di riscatto comune e, così, l'ennesimo oggetto morboso della collettività. Tutti presi a riaffermare, con enfasi e con rilievi quasi tribali, i valori e le ragioni del femminicidio.
A distanza di tanti anni si celebra la memoria della minorenne, vittima degli abusi e delle violenze disumane, nonché dell'indifferenza e della ignavia. E si richiede di introdurre anche presso le scuole un Giorno della Memoria per tutte le vittime degli stupri, delle violenze e degli abusi.
Si auspica che, anche in Italia, siano affiancati agli insegnanti gli psicologi per i minorenni, i logopedisti e gli addetti alla vigilanza ed alla prevenzione interna. Affinché possano contribuire a prevenire violenze ed abusi, od a rimediare agli effetti devastanti dei medesimi.
Infatti, i Centri antiviolenza, sebbene siano strutture dedicate all'accoglienza delle donne che subiscano, o che siano minacciate da, qualsiasi forma di violenza, non offrono, evidentemente, quei diversi servizi alle minorenni vittime di stalking, di stupri e di violenze sessuali. Quali l'accoglienza telefonica, i colloqui personali e le ospitalità nelle comunità rifugio.
Anche questi gesti esprimono lo sdegno contro quei fenomeni che, senza esitazione alcuna, possano ritenersi disumani e contrari ad un sentire comune e condiviso della società civile. Così come accadde per la Schiavitù, di cui ricorre la celebrazione il 23 agosto, per il femminicidio e per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza che fu istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tramite la Risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.