Entro i primi giorni di ottobre la Comunità ebraica – che grazie a donazioni pubbliche ha curato la delicata operazione di recupero – restituirà le chiavi della libreria agli eredi di Mario Cerne, lo storico gestore venuto a mancare lo scorso gennaio.
In merito ci sono delle interlocuzioni in corso tra la Comunità ebraica e gli organizzatori della regata velica, perché quel momento, «di fatto, rappresenterà anche la riconsegna ufficiale della libreria Saba alla città di Trieste», sottolinea l’avvocato Paolo Volli, che per la Comunità ebraica ha seguito le operazioni di restauro.
Il cronoprogramma dei lavori – il restauro è curato dallo studio dell’architetto Aulo Guagnini – prosegue senza intoppi. Terminata la sistemazione del pavimento in parquet e riposizionate tutte le librerie perimetrali, sta per essere completato anche il restauro della carta da parati.
La prossima settimana verrà riposizionato il resto del mobilio originale, restaurato in chiave conservativa: il grande bancone all’ingresso, la scrivania di Umberto Saba e le due “torri” librarie centrali.
La prima delle due, quella che era visibile già dall’ingresso, resterà alta, così da ricreare alle sue spalle, dove è sistemata appunto l’antica grande scrivania, quell’“antro oscuro” di cui Saba si invaghì e comprò a stretto giro nel 1919.
La seconda “torre” libraria verrà invece riproposta più bassa, così come era immortalata in una fotografia della libreria degli anni Cinquanta.
Una volta posizionati i mobili, verrà perfezionato l’impianto di illuminazione – la tonalità delle nuove luci è molto calda e ricrea perfettamente l’atmosfera – che andrà a valorizzare quei pezzi di antiquariato.
Sarà sottoposta a restauro anche la finestra a mezzaluna in vetro, con la scritta “Libreria antiquaria Umberto Saba”, posta sopra le vetrine esterne.
Contemporaneamente, verrà recuperata la funzionalità del delicato sistema di piccole carrucole che consentiva l’apertura di quella finestra da terra.
A fine settembre inizierà infine il riposizionamento dei circa 28 mila volumi: tutti dovranno essere ricollocati esattamente dove erano prima del restauro.
A questo scopo, i libri sono stati numerati, con riferimento preciso alla libreria e allo scaffale che li ospitava.
A quel punto la libreria Saba sarà pronta per essere riaperta e il testimone passerà di nuovo alla famiglia Cerne, locataria dell’immobile commerciale ed erede della società “Umberto Saba libreria antiquaria”, alla quale fanno capo arredi e patrimonio librario.
Moglie e figlia non gestiranno però in prima persona la libreria e hanno avviato a questo scopo un dialogo con Massimo Battista, oggi titolare della libreria antica e moderna Zeno Bandini di via Lazzaretto vecchio. Salgono le quotazioni per una sua gestione della libreria antiquaria Umberto Saba, probabilmente con la formula dell’affitto d’azienda.
Battista, interpellato ieri dal Piccolo, non nasconde «ci sia un interesse e un dialogo con la famiglia Cerne, ma per ora – puntualizza l’imprenditore – non c’è ancora nulla di definito». A giorni dovrebbe esserci un sopralluogo da parte degli eredi Cerne e di Battista direttamente nella libreria. Restano comunque da decidere molti aspetti.
L’ipotesi al vaglio è quella di una gestione che, rispettando i vincoli fissati a suo tempo dalla Soprintendenza – la libreria deve restate una libreria antiquaria, non può vendere libri di recente pubblicazione e anche l’arredamento non deve subire modifiche, neppure nel posizionamento – riservi una sezione della Saba alla parte museale, e un’altra all’aspetto commerciale, che alla vendita dei liberi di antiquariato potrà abbinare anche un’attività di merchandising per promuovere il nome della libreria.
Un’operazione che potrebbe valorizzare ulteriormente l’aspetto culturale-turistico della libreria, chiusa nell’estate del 2023 proprio per le precarie condizioni di salute di Cerne