Cultura, società  -  Redazione P&D  -  04/08/2022

Giorgino ucciso a 15 anni per una sigaretta negata

DODICI ANNI DOPO LO STATO CONDANNATO A RISARCIRE LA FAMIGLIA

Sono trascorsi 12 anni dal giorno in cui Giorgino Monteanu, 15 anni, venne ucciso a coltellate da due fratelli, due bulli di quartiere a cui non offrì una sigaretta. Era il 2010 e ora lo Stato dovrà indennizzare i genitori del ragazzino. Lo ha deciso la Cassazione, che ha ribaltato la sentenza con cui la Corte d’Appello Civile di Torino aveva negato qualsivoglia ristoro alla famiglia. Non solo, i supremi giudici hanno anche stabilito che l’indennizzo dovrà essere «equo e adeguato»: in sostanza, non potrà essere una cifra standardizzata, ma dovrà essere personalizzata al danno subito.

La causa ruota intorno alla «Direttiva Ce numero 80 del 2004» che impone agli Stati membri di garantire un adeguato ed equo ristoro alle vittime di reati violenti intenzionali quando gli autori sono irreperibili o nullatenenti. Una norma a cui l’Italia si è adeguata solo tra il 2016 e il 2017, con due diverse leggi che hanno sancito che in caso di omicidio l’indennizzo previsto dallo Stato è pari a 50 mila euro (60 mila per gli omicidi domestici). Nel 2010 gli assassini di Giorgino, Marcelin e Florin Jitaru, vennero arrestati e condannati rispettivamente a sedici anni e mezzo e a dodici anni di carcere. Nessuno, però, ha mai risarcito la famiglia. Così i genitori del ragazzo, Elena e suo marito Cristinel, hanno deciso di rivolgersi allo Stato, trascinando in tribunale la Presidenza del Consiglio dei ministri e chiedendo che venisse condannata a pagare un indennizzo per l’omessa attuazione della «Direttiva Ce numero 80 del 2004».




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