Diritto al sostegno, diritto a non soffrire, all’oblio, a serene convivenze. Negli ultimi tempi, diritto all’ascolto, all’autodeterminazione procreativa, alla sessualità del disabile, a respirare in carcere, a non essere discriminato. Accanimenti terapeutici da evitare, un figlio da far nascere col proprio utero, seme; dignità nel lavoro, famiglia per i diversi o per i “trovatelli”.
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Tendenze del prossimo futuro?
L’accostamento fra i vari lemmi. Messa a raffronto tra l’uno e l’altro, spinte a una piena ricomposizione: a livello legislativo, fra pratiche del territorio, nel linguaggio ufficiale. Siamo in fase oggi di “rifinitura del crogiuolo”; le prerogative emergenti in una stanza, a pianoterra, che si studiano a vicenda. Ognuna che avverte di poter diventare qualcosa di più ampio, vigoroso; conscia che, in un contesto d’insieme, finirà per irrobustirsi.
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Un dialogo tra diverse partiture, quelle affermatesi in Italia sin dagli anni ‘60: legge sulla giusta causa, maggiore età a diciott’anni, uguaglianza tra moglie e marito, diritti dei carcerati, trapianti, adozioni, volontariato, donazione di organi, transessuali. Il “grande cielo della fragilità”, dentro e fuori il codice civile; brandelli dell’umano malstare, trepidare, accostati fra di loro. Il campionario degli individui imperfetti, meno dotati, a 360 gradi.
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Pericolo che escano sbiadite le peculiarità dei gruppi, che si ghettizzino gli umili? Forse, ma le attese giustificano l’impegno: affiancare fra loro i tasselli potrà aiutare a scoprire le ricchezze nascoste, esaltando i fili conduttori; così da rendere le singole controversie meglio fronteggiabili. La chiave è sempre un essere umano che non riesce a gestirsi, non abbastanza, non ogni giorno; che starà meglio trovando appoggi attorno.
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I consumatori a rinvigorire le battaglie contro la malasanità, dunque; il mondo dei bambini che stinge sull’handicap, sulle violenze agli anziani. Gli animali e i morenti che s’intendono, vicendevolmente, lo stalking che insegna qualcosa alla famiglia, la sofferenza che rinsangua il biodiritto. “Sognatori poco fortunati di tutto il mondo, unitevi”.
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Un po’ come in certi cartoni animati degli anni ’30; con al centro una cucina a tarda sera, dove tutto appare immobile. Poi i fatidici colpi di mezzanotte, l’interno che si accende: e gli oggetti che prendono vita, iniziano a muoversi, con delle specie di occhi e di gambe, agitandosi e ballando fra loro. La grattugia del formaggio che fa i salti col cetriolo, disneyanamente, la tazzina del bebè con uno strofinaccio (valzer), le forchette in tutù nel quartetto del Lago dei cigni, un tiro alla fune tra saliera e paglietta di ferro ... fin che non spunta l’alba.