«Nell’ottobre 2009 nel Salone dei Corazzieri il Presidente volle salutarmi di persona: e al Quirinale non ci fu una stretta di mano ma un lunghissimo e affettuoso abbraccio»
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“Devo molto a Napolitano, quella lettera su Eluana fu un capolavoro di umanità e difesa delle istituzioni”
Beppino Englaro è l’uomo che ha condotto la storica battaglia «per 6233 giorni» in nome della figlia Eluana rimasta per 17 anni in stato vegetativo dopo un incidente stradale. E quest’uomo ha vissuto un rapporto davvero speciale con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano morto ieri a Roma. Perché nel 2009, da Capo dello Stato, si rifiutò di firmare il decreto legge presentato dal governo Berlusconi che vietava la sospensione di alimentazione e idratazione a soggetti non in grado di provvedere a se stessi». Era di fatto uno stop a quella «dolce morte» per cui il padre di Eluana aveva ottenuto il via libera dai massimi organi giurisdizionali.