Amministrazione di sostegno  -  Paolo Cendon  -  16/09/2023

Amministrazione di sostegno - una "filosofia" opposta a quella dell'interdizione - Paolo Cendon

Sul piano dei principi in primo luogo: l’incapacitazione tendenzialmente non c’è affatto, con l’AdS, nel senso che il beneficiario conserva intatta la propria sovranità; anche quando non è così -  perché il beneficiario mettiamo è un po’ troppo capriccioso, ribelle, sovrappensiero, anarcoide, obnubilato, perso nei suoi fantasmi, momentaneamente inaffidabile -  comunque  la perdita  della sovranità non è più a 360°, ma riguarda solo gli atti specificamente menzionati, quelli che il Giudice assegni alla ‘’rappresentanza esclusiva’’  dell’amministratore   (magari uno soltanto);  per tutto il resto  il beneficiario conserva intatta  il proprio scettro, i suoi diritti.
 Sul piano della direzione della tutela, poi: le misure tradizionali, non è chiaro se siano qualcosa che va a pro’ dell’infermo, o non piuttosto della società (emarginare dal traffico i diversi) o magari della famiglia (bloccare qualcuno che potrebbe dilapidare il patrimonio); il provvedimento di AdS dovrà essere   assunto, invece, tenendo “conto, compatibilmente con gli interessi della persona, dei bisogni e delle richieste di questa”.
Sul piano delle garanzie, poi: l’infermo   può attivare lui stesso la procedura, nominare un proprio consulente, esigere di essere informato, pretendere in ogni momento la modifica o la revoca del provvedimento, quando ritenga di essere snobbato, ignorato, mortificato ingiustamente, non tenuto in considerazione dall’amministratore. Sul piano della snellezza procedurale, ancora; ogni passaggio del rito si svolge in modo informale, gli avvocati non servono, tutto è tendenzialmente gratuito.  Sul piano dei doveri dell’amministratore, infine: costui - scelto “con esclusivo riguardo agli interessi e alla cura della persona del beneficiario” – dovrà operare per la miglior felicità del paziente, agendo “con la diligenza del buon padre di famiglia”; e se non si comporta bene potrà venir sospeso, rimosso, in casi limite condannato a risarcire di danni.
La seconda grande differenza si coglie sul terreno dei destinatari della protezione. L’interdizione riguarda solo gli infermi di mente, nessun altro “debole” esiste per il legislatore. Lo strumento dell’AdS è pensato - invece - per venire incontro a chiunque si trovi in difficoltà nell’esercizio dei propri diritti. Non soltanto disturbati   psichici quindi: anche anziani della quarta età, disabili sensoriali o fisici, alcolisti, tossicodipendenti, prodighi cronici, ludodipendenti, portatrici di anoressie, deboli con la memoria, Alzheimer, analfabeti gravi, sociopatici, autolesionisti, soggetti colpiti da ictus, malati gravi, morenti. In certi casi extracomunitari, detenuti.
Quante fra le persone che versano in frangenti simili non risultano – effettivamente – sole al mondo, attorniate da parenti di cui non si fidano, alle prese con decisioni superiori alle proprie forze, impossibilitate a conferire una procura a chicchessia?
Inutile dire come tutto ciò – centinaia di migliaia di “clienti” dell’AdS - richieda uno sforzo organizzativo di prim’ordine: uffici giudiziari potenziati, assistenti sociali capillari, scuole di formazione, coordinamento fra i servizi, tecnologia e informatica a piene mani.
 Oggi l’istituto dell’AdS attraversa per questo alcune difficoltà applicative.
Serve un maggior numero di giudici, un potenziamento delle cancellerie, occorre abrogare definitivamente l’interdizione, istituire a livello amministrativistico un valido ufficio-sportello per la fragilità a livello comunale, far luogo all’introduzione di una figura di ‘‘patrimonio a favore dei disabili’’, c’è bisogno del c.d. ‘’Patto di Rifioritura’’, bisogna lavorare su un fronte di valorizzazione della sovranità dei disabili (portatori di sindrome down che  si sposano,  oligofrenici leggeri che fanno testamento e donazioni, al limite compravendite di una certa importanza), va introdotto in ogni Comune il registro per i ‘’Progetti esistenziali di vita’’, occorre valutare i margini per l’introduzione di un modello di ‘’Mandato di protezione’’ a memoria futura.
Tanti cambiamenti e aggiustamenti, da fare con Leggi o con Regolamenti, con la collaborazione di tutti, con la buona volontà di ciascuno.




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