Coordinatrice di Diritti in movimento per la Liguria
Caro Paolo,
qualche giorno fa sono stata invitata a nome della mia associazione a portare un saluto all'evento che ha inaugurato un percorso informativo/formativo dedicato ai familiari di ragazzi con disabilità.
Parlare di diritto, inteso come il tale articolo o il tale comma, a persone che ogni giorno affrontano le difficoltà più pesanti del vivere dei loro cari mi è sembrato l'approccio più distante e straniante che si potesse offrire.
Mi sei venuto in soccorso (sarà forse che era il 9 novembre e Ti avevo mandato da poco gli auguri di buon compleanno) e per introdurre l'amministrazione di sostegno ho detto loro che "c'era una volta un giurista sognatore ..."
Si, detta in questo modo, sembra proprio l'inizio di una favola, di quelle che da bambini ci piaceva tanto sentir ripetere all'infinito, così come hanno il sapore dolce delle favole i tanti esempi, reali e concreti, di quel che si riesce a realizzare declinando l'istituto come mi è stato insegnato ("cercate di coniugare cuore e codice" è stato il costante invito di Francesco Mazza Galanti).
Ti chiederai, Paolo, perché Ti scrivo queste righe, ecco, ci sono delle volte in cui, seppur garbatamente, bisogna prendere posizione.
Penso, credo e, ogni volta che mi è data occasione, definisco l'amministrazione di sostegno una vera e propria "rivoluzione copernicana" che ha finalmente posto la persona al centro.
Avverto in questi nostri ultimi tempi una sotterranea, strisciante, insidiosa critica nei suoi confronti che mi lascia inquieta.
Tutti i giorni, come formichine operose, tanti ma proprio tanti amministratori di sostegno si dedicano all'opera loro, si ingegnano, si arrovellano, si dan da fare, non di rado "ricompensati" dalle contumelie del diretto interessato (l'arte di persuadere è fra le più complesse) e lo fanno silenziosamente, compostamente, lontano dai riflettori.
E come loro, sia chiaro, tanti ma proprio tanti, giudici tutelari che coscienziosamente cercano le soluzioni migliori, il giusto dosaggio delle decisioni che verranno custodite nel fascicolo perché quella non è carta, è la vita di un essere umano.
Di questo non si parla mai, forse perché non fa notizia.
Vuoi mettere, invece, far su servizi e titoli su presunte (sottolineo presunte) malefatte?
Certo, se qualcosa non torna, bene approfondire, mi pare che, finora, chi è stato scoperto in errore (fortunatamente pochi) ha pagato.
Senza clamori, casi mediatici, mostri in prima pagina. A che (o a chi) serve continuare a puntare i riflettori?
Si vuol mettere in discussione l'amministrazione di sostegno in quanto tale?
"Lei" no, lasciamola fuori da tutto questo, è una conquista preziosa che dobbiamo custodire e preservare.
Sono inquieta, Paolo, dovremmo tutti stingerci intorno a Te, imbracciare la penna e, garbatamente, dire la nostra.