“LA PIANURA PADANA TRA LE AREE PIÙ A RISCHIO”
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I dati di Openpolis sul particolato fine: oltre 53 mila morti evitabili ogni anno nell’ultimo decennio
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Allarme inquinamento, ogni giorno in Italia 140 vittime dello smog: “La Pianura Padana tra le aree più a rischio”
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TORINO. Ogni giorno, in Italia, 140 persone muoiono a causa dell’inquinamento. E la Pianura Padana è la zona con il più alto rischio. L’aria «velenosa» è fra le cause che aggravano fino all’estremo condizioni di salute già precarie o gravi. Un bollettino tragico che significa 53 mila morti evitabili ogni anno.
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Sono gli allarmanti numeri del nuovo report di Openpolis. «La situazione è critica in tutta l’Unione europea – si legge nel documento online – anche se è in fase di miglioramento. Tuttavia, il nostro Paese è uno di quelli che mostra gli avanzamenti più modesti». Un fitto strato di foschia, fumi e polvere sottili sovrasta le nostre giornate dei mesi freddi. Colpa anche della complessa morfologia: le Alpi circondano da ogni lato il nord Italia e i lunghi periodi anticiclonici fanno il resto, impedendo il ricambio dell’aria.
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Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, nel mondo 6,7 milioni di persone ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico, presente sia nell’ambiente esterno che dentro casa. In Europa esso rappresenta il principale fattore di rischio per la salute. «Tra le sostanze più pericolose – continua il report –, l’Oms individua il particolato (Pm), il biossido di azoto (No2), il biossido di zolfo (So2) e l’ozono troposferico (O3)». Il particolato fine rappresenta «un fattore di rischio particolarmente rilevante per via delle dimensioni estremamente ridotte delle sue particelle – inferiori ai 2,5 micrometri di diametro –, che gli permettono di raggiungere in profondità il sistema respiratorio umano. Entrando anche nel sangue, si sparge in tutti gli organi e i tessuti». Le conseguenze: ischemie, tumori ai polmoni e patologie respiratorie acute e croniche come l’asma, effetti sul sistema nervoso e riproduttivo.
In Europa nel 2020, l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati, «circa 238mila persone sono morte prematuramente a causa del Pm2,5. Un dato in calo da alcuni anni – nel 2011 il valore era pari a oltre 392mila –, ma in aumento rispetto al 2019. Parliamo, complessivamente, di 2,4 milioni di anni di vita persi a causa degli effetti del particolato fine». Ma è proprio l’Italia a detenere il record negativo