UCCISO A 14 ANNI ALLA PERIFERIA DI ROMA, L’OBIETTIVO ERA IL PATRIGNO. IL PADRE: “IL COLPEVOLE DEVE PAGARE”
«Regolamento di conti dopo una rissa». Forse per una questione di droga o per la spartizione di un bottino
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“Uno sguardo di troppo, poi i colpi di pistola”. Ucciso a 14 anni alla periferia di Roma, l’obiettivo era il patrigno. Il padre: “Il colpevole deve pagare”
Èstato ucciso per sbaglio, a soli 14 anni, perché si è trovato in mezzo a una faida tra due bande rivali. Due slavi sono ora ricercati dagli investigatori come i possibili autori del delitto. AI, di origini romene ma nato in Italia, nella notte tra venerdì e sabato è stato ferito a morte da due colpi di pistola, nel parcheggio del capolinea della metro C in località Pantano, a Monte Compatri, alle porte di Roma, dove si trovava insieme al nonno, ad altri familiari e al compagno di sua madre, perché quest’ultimo doveva «avere un chiarimento» con due uomini dell’Europa dell’Est. Lui, Tiberiu, 28 anni, insiste sulla pista del chiarimento. «Avevamo litigato prima in un bar perché facevano i prepotenti con me. Forse hanno sparato solo per un avvertimento, ma intanto hanno ammazzato A». Tre le persone identificate e ricercate.
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Oggi ha parlato Edy Ivan, il padre di A.: «Era un adolescente e stava crescendo in un certo contesto da cui io avrei voluto allontanarlo. Quando è stato bocciato due anni fa, avrei voluto che si trasferisse in Romania dai miei genitori. Ma mia moglie, con cui condivido la custodia non ha voluto. Così abbiamo deciso che rimanesse qui a Roma. Veniva seguito da un’insegnante e infatti a scuola stava migliorando. Il colpevole deve pagare».
Ma la pista della lite con conseguente sparatoria per colpa di uno sguardo o una parola di troppo non convince i carabinieri della Compagnia di Frascati e del Nucleo operativo di Roma, coordinati dalla procura di Velletri. Si sta verificando l’ipotesi di un regolamento di conti per una questione di malaffare. Forse droga, considerato che gran parte degli adulti protagonisti di questa tragedia hanno precedenti per spaccio, o forse per un discussione sulla spartizione del bottino di un furto.
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Molte le persone interrogate ieri per far luce sulla tragedia che si è consumata in un parcheggio di estrema periferia e in cui ha perso la vita un adolescente che non ha mai avuto guai con la giustizia. «È morto senza un motivo. Gli hanno tolto la vita per niente - dice, tra le lacrime, Ionut, fratello di Tiberiu -. Io mi considero a tutti gli effetti suo zio e non posso pensare che non c’è più. Non andava per strada, non era in mezzo alla droga, era un bravissimo ragazzino».
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L’agguato mortale è avvenuto intorno alle 2,30. Alexandru è arrivato al parcheggio insieme al nonno, allo zio materno, al compagno della mamma, più la sorella e la madre di quest’ultimo. Sei persone in tutto, alcuni armati anche di una mazza di baseball, come si vede dal video di un telecamera. Due sembrerebbero invece i componenti dell’altra banda che sono arrivati su un’automobile da cui sono partiti almeno quattro colpi, due sparati in aria, due che hanno centrato Alexandru, il quale si trovava poco distante da Tiberiu. Era forse quest’ultimo il bersaglio? O forse chi ha sparato non voleva uccidere ma solo spaventare? Le indagini proseguono senza sosta per chiarire quanto è successo. A partire dalla scazzottata nel bar che ha preceduto il regolamento dei conti.