MA PER I GIUDICI LA DONNA NON È COLPEVOLE: “Troppe bugie, non è stato ucciso, l’assoluzione è un atto di civiltà”
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La vittima, Ettore Treglia, gravemente malato, prima di morire aveva mandato un messaggio all’amante, così la vedova è finita a processo. Ma è prevalsa l’ipotesi di una morte naturale
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“Principi di civiltà, prima ancora che di diritto, impongono di fronte a un dubbio di tali proporzioni di pronunciare sentenza di assoluzione”. Sceglie una frase forte la presidente della corte d’assise Alessandra Salvadori nel chiudere le motivazioni che hanno portato, il 3 luglio scorso, a decretare la non colpevolezza di G. P. La donna era stata accusata dell’omicidio del marito, Ettore Treglia, dopo che l’amante di lui aveva mostrato ai carabinieri un messaggio inquietante: “Se muoio, è stata mia moglie”.