Internet, nuove tecnologie  -  Marco Faccioli  -  30/09/2022

Satis p(R)ay - le offerte 2.0

La chiesa, come noto, è sempre stata abilissima nell'adeguarsi ai cambiamenti imposti dalla storia.

Uno degli innumerevoli esempi, che forse è anche l'ultimo in ordine di tempo, lo abbiamo visto con l'avvento dei social media: la chiesa, il Vaticano, il pontefice e tanti vescovi hanno profili su Twitter, Instagram e Facebook, perché il proselitismo e l'evangelizzazione non hanno mai disdegnato gli strumenti di comunicazione di massa, anzi, più efficace è il mezzo, migliore sarà il raggiungimento del fine tramite il suo utilizzo. Certo che, comunque, qualche volta si resta abbastanza basiti nel constatare come, da un giorno all'altro, vengano abbandonate pratiche a dir poco millenarie, alle quali tutti eravamo abituati. Ha quindi destato un qual certo effetto sapere che alcune parrocchie di Torino, proprio per non farsi mancare nulla, hanno modernizzato quella che era la tradizione a dir poco millenaria di finanziare la chiesa attraverso l'obolo, che sempre viene richiesto ai fedeli durante la celebrazione dell'eucarestia.

Il chierichetto che passa tra i banchi agitando il cestino per la raccolta delle monete? Macché, roba d'altri tempi! Oggi anche le offerte devono avvenire in linea con lo spirito dei tempi, per cui porte aperte alla tecnologia. Il contante sparisce e la Chiesa si adegua. Come raccontato dalla giornalista Carlotta Rocci, a Torino il cambiamento epocale ha iniziato a prendere piede nella parrocchia di Santa Giulia, zona Vanchiglia, quartiere meglio noto per essere il cuore della movida cittadina (nonché della “malamovida”), fenomeno su cui don Gianluca Attanasio, parroco della zona, vigila da tempo denunciando gli episodi più estremi. Qui, per le offerte dei fedeli, è arrivato Satispay, il metodo di pagamento elettronico attivo in tantissimi negozi, e soprattutto nei bar dove le spese sono piccole e il Pos, anche se obbligatorio, è ancora mal visto dagli esercenti. Il costo di un caffè, alla fine, non è poi tanto diverso dal valore di un’offerta media di un fedele, e così è nata l’idea di attivare un account della parrocchia.

Oggi nella chiesa di piazza Santa Giulia, vicino alla cassettina delle offerte, c’è un cartello con il Qr code da scansionare per lasciare il proprio obolo. “Sei a corto di monete? Lascia l’offerta con Satispay”, recita il cartello. Il metodo è veloce, supera i problemi di contatto che il Covid ha creato anche nelle chiese e che in fondo non snatura poi di molto il momento dell’offertorio perché i cestini per le offerte, probabilmente, non tramonteranno mai. Last but not least permetterà di superare l’imbarazzo di chi, aprendo il portafoglio durante la funzione, si accorge di avere soltanto pochi centesimi da buttare nel cesto che chierichetti e perpetue sporgono tra le fila di panche. La modalità elettronica piace più ai giovani che agli anziani, ma è anche vero che Satispay è un metodo di pagamento che ormai usano in tanti, non soltanto i giovanissimi. Per la Chiesa è tutto guadagno perché sotto i 10 euro non si pagano commissioni nemmeno nei negozi e comunque, in ogni caso, per le microdonazioni benefiche queste ultime non sono previste.




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