Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  29/03/2024

Sandokan, Francesco Schiavone: il boss dei Casalesi si è pentito

Trasferito nel carcere dell’Aquila. Le sue condizioni di salute non sarebbero buone

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Si è pentito Sandokan, il boss dei Casalesi Francesco Schiavone. Avrebbe iniziato a collaborare con la giustizia alcune settimane fa, forse in corrispondenza di un suo trasferimento nel carcere dell'Aquila, lo stesso dove era stato collocato il boss della mafia Messina Denaro. Secondo indiscrezioni anche Schiavone sarebbe in condizioni precarie di salute.

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É in carcere dal 1998, quando fu trovato in un bunker nascosto dentro una casa a Casal di Principe, con moglie e figli. Deve scontare alcuni ergastoli. Settantenne, iniziò ancora minorenne come autista del boss Umberto Ammaturo e poi di Antonio Bardellino. Proprio contro quest'ultimo però si mise anni dopo, insieme ad altri capi clan casalesi, assumendo poi il comando del gruppo criminale dopo la scomparsa di Bardellino.

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Secondo quanto si apprende, ai familiari di Schiavone è stato offerto di entrare nel programma di protezione riservato ai familiari dei collaboratori di giustizia, come avvenuto già nel 2018, quando a pentirsi fu il figlio Nicola Schiavone. Ergastolano, detenuto da anni al 41 bis, Francesco Schiavone è in carcere ininterrottamente da 26 anni. Da principale imputato, era stato condannato nel maxi processo Spartacus.

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A confermare l'avvio della collaborazione con la giustizia del boss "Sandokan" Francesco Schiavone sono anche la Direzione Nazionale Antimafia e la Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, che da alcune settimane hanno avviato i primi colloqui con l'ormai ex boss del clan dei Casalesi, oggi 70enne, detenuto al regime del carcere duro dal 1998.

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Era uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese, custode di importanti segreti, ma dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del carcere duro, Schiavone, noto come Sandokan, capo indiscusso del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia. Lo riporta l'edizione cartacea del quotidiano "Cronache di Caserta". In questi giorni le forze dell'ordine, a quanto si apprende, si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione, a conferma della volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli

 




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