Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  13/12/2023

Processo Ciro Grillo le domande a Silvia diventano un caso

 “COME LE SONO STATI TOLTI GLI SLIP?”. LA DIFESA DELLA GIOVANE: “CLIMA DA MEDIO EVO”

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La difesa di uno dei quattro imputati ha proposto domande molto dettagliate sul rapporto sessuale ma anche sulla reazione della ragazza

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Tempio Pausania (Sassari) – Si torna drammaticamente indietro di più di quarant’anni nell'aula del tribunale di Tempio Pausania. E al processo a carico di Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi – Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia e Edoardo Capitta – si rivive la controversa arringa dell’avvocato che durante quello che passò alla storia come “il processo per stupro (trasmesso in Rai nel 1979 con tre milioni di spettatori) attaccò la vittima di una violenza sessuale accusandola di una mancata reazione e indignando profondamente non solo il mondo femminile ma l’opinione pubblica tutta.

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Oggi (mercoledì 13 dicembre) in Sardegna durante il controesame di Silvia, la studentessa italo norvegese ventunenne all’epoca dei fatti (il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy di vittima) che accusa Ciro, figlio di Beppe comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle di uno stupro di gruppo avvenuto nel luglio del 2019 va in scena il revival di inquietante episodio di esattamente 45 anni dopo. Antonella Cuccureddu che difende uno dei quattro imputati ha pressoché proposto domande molto dettagliate sul rapporto sessuale ma anche sulla sua reazione. E non solo: il presidente del collegio dei giudici Marco Contu ha chiesto informazioni su come fossero stati tolti gli slip alla ragazza. E la sequenza di domande ha scatenato il dissenso e la sorpresa di molti avvocati in aula. Sia degli stessi imputati (che fino ad ora non hanno posto ancora alcuna domanda nel controesame) che della vittima.

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Dario Romano, avvocato di parte civile che rappresentava la vittima in assenza di Giulia Bongiorno impegnata in Parlamento per la sua carica di presidente della commissione giustizia del Senato, invece, ha definito “da medioevo” l’interrogatorio della sua assistita. “Silvia ha detto chiaro di essersi sentita una preda di quei ragazzi”.

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Antonella Cuccureddu spiega così la sua scelta: “Ho fatto solo io le domande – spiega al Secolo XIX - e sono domande che vengono fatte per cristallizzare quanto accaduto. Sono una conseguenza di quanto raccontato ai carabinieri e ai pubblici ministeri. Loro stessi le hanno chiesto specificamente quali fossero stati i suoi atti di reazione a quello che le accadeva. Sono quesiti ovvi e scontati. Ho dovuto fare le contestazioni sui singoli momenti e sul fatto perché non avesse urlato e non avesse reagito”. Per Cuccureddu è stato giusto insistere su dettagli intimi: “Nei processi si ricostruiscono i fatti -aggiunge – il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale. Non c’è niente di intimo in uno stupro. Il processo si fa per questo. Vittimizzazione ulteriore? Il concetto parte dal fatto che ci sia una vittima. Dobbiamo prima accertare prima questo procedendo segmento per segmento.

Perché se si salta un passaggio in una vicenda così delicata si rischia di pregiudicare che il giudice conosca quel passaggio del fatto. Il mio dovere è difendere una persona rappresentando al collegio tutti gli elementi che sono negli atti. Ho fatto solo contestazioni su quanto detto dalla ragazza”. Cuccureddu ha evidenziato “tante contraddizioni e non ricordo” . “A cominciare – aggiunge il legale – dal bacio a Ciro Grillo, alle gambe accavallate su Corsiglia e a molti aspetti della serata”.

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Domani (giovedì 14 dicembre) nuova udienza. Sono attese le domande del controesame degli altri avvocati difensori degli imputati (Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo, Gennaro Velle, Andrea Vernazza, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli) ma anche la proiezione in aula di tre video girati dai ragazzi del rapporto sessuale e che sarebbero, a loro dire, un punto importante della difesa per dimostrare come Silvia fosse consenziente al rapporto sessuale. Una possibilità che provocherà nuovi attriti tra i legali. Dario Romano è durissimo su questo aspetto: “Silvia è a disposizione del tribunale come testimone. Ovviamente nel rispetto della persona si vedrà cosa e se accadrà se saranno proposti questi video. Ma dobbiamo tenere ben presente che c’è una vittima e va rispettata”.

 




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