Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  19/11/2023

Picchiata e accoltellata

Non c'è fine all'abisso: dopo essere stata picchiata, Giulia, è stata anche accoltellata. Alla testa, al collo e in altre parti del corpo: ha cercato disperatamente di difendersi. Molte le ferite sulle sue mani. Se è possibile, orrore che si aggiunge all'orrore. Sono le prime informazioni che emergono dal fondo della scarpata, nei boschi tra Barcis e Piancavallo, dove ieri mattina è stato trovato il corpo della giovane donna di 22 anni di Vigonovo e dove fino a sera inoltrata sono proseguiti i rilievi degli investigatori. Sarà l'autopsia a dire se Giulia – ingegnera biomedica uccisa alla vigilia della laurea e che sognava di diventare disegnatrice e grafica per libri d'infanzia – sia morta per le botte e i calci con i quali l'ha colpita l'ex compagno Filippo Turetta (e che sono stati immortalati dalla telecamera di sorveglianza della Manifacture Dior di Fossò), oppure per le coltellate inferte in quella notte d'inferno che ha inghiottito ogni speranza, nell'auto di Filippo o nella scarpata dove è stata abbandonata.

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Per ore, ieri, il medico legale Antonello Cirnelli è stato chino sul corpo di Giulia, per un primo esame visivo. Sul posto anche il pm veneziano Andrea Petroni e il collega pordenonese Andrea Del Missier a coordinare i rilievi dei carabinieri dei Ris e del Nucleo investigativo, su una scena del crimine illuminata a giorno fino a tarda ora dalle cellule fotoelettriche dei pompieri. L'autopsia sarà disposta congiuntamente dalle Procure di Venezia e Pordenone. Gli investigatori hanno anche guardato e riguardato il video della prima aggressione di cui è rimasta vittima Giulia, sabato notte, cercando di capire (le immagini non sono chiare) se sia tutto accaduto in quel momento o in due fasi. Se la giovane sia morta a Fossò o se – dopo essere stata caricata in auto, apparentemente esanime, da Filippo – Giuloa si sia ripresa e, a quel punto, sia stata accoltellata.

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Ma dove è Filippo Turetta? Che sia vivo e ancora in fuga pare esserne convinto il procuratore della Repubblica Bruno Cherchi che in mattinata era tornato a rivolgersi a lui, direttamente: «È un appello quello che faccio al ragazzo, affinché non continui questa fuga che prima o poi avrà una fine: si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti».

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Ora l'ipotesi di accusa per il giovane 22enne padovano è cambiata: non più tentato omicidio, ma omicidio volontario aggravato. Un'ipotesi da ergastolo. Saranno le indagini a dire se premeditato o meno. La violenza di quella notte era già stata raccontata – con le fredde parole della legge – nell'ordinanza con la quale è stato disposto im mandato di arresto europeo che da giorni insegue Filippo: scrivono gli investigatori che il giovane «poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte (di Giulia, ndr) colpendola nuovamente al fine di evitare che la stessa fuggisse». E ancora: «Dopo aver colpito Giulia con calci mentre si trovava a terra, tanto da farle gridare "mi fai male" invocando aiuto, Filippo viene ripreso mentre si sposta insieme alla ex in un'altra area con la propria auto, dalla quale la 22enne fugge. Rincorsa, viene colpita alle spalle da Turetta, che l'aggredisce violentemente, provocandone la caduta, per impedire che si allontanasse». Giulia è ferita, perde molto sangue – si legge – colpi «che determinavano che la parte offesa rimanesse a terra apparentemente esanime mentre il Turetta caricava il suo corpo nella propria auto, allontanandosi dal luogo dei fatti e rendendosi immediatamente irreperibile». E ancora non si sapeva dell'ultimo sfregio: le coltellate.

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«È chiaro che prima o poi verrà ritrovato, è molto meglio e nel suo interesse che si consegni», ha detto il procuratore Cherchi ai giornalisti, «abbiamo avuto avvistamenti ancora in area montana dopo quello di domenica a Cortina, ma non sono determinanti». Si cerca sempre la sua Grande Punto nera, butterata dalla grandine, "fotografata" nei pressi di Lienz domenica: non c'è prova sia tornata in Italia. E intanto si susseguono anche le indiscrezioni sul contenuto del pc sequestrato in casa di Filippo: l'agenzia La Presse parla di ricerche su Google per kit di sopravvivenza in alta quota, abbigliamento per escursioni in montagna, itinerari estremi sul versante Tirolese austriaco. Ora è il tempo del pianto. Ma anche quello dell'autopsia e degli esami del Dna. «Il ritrovamento del corpo della giovane ha cambiato l'impostazione dell'indagine: finora si pensava e si sperava che i ragazzi fossero insieme e fossero vivi, seppur con un certo coartamento nel trasferimento e nella fuga», ha spiegato ancora Cherchi ai giornalisti, «adesso sarà disposta un'autopsia per accertare esattamente le cause della morte. Si tratta di accertamenti "tutelati", aperti alle parti offese e all'indagato».

Ci sono ancora da disporre anche gli esami sulle grandi chiazze di sangue, i capelli, lo scotch trovati sull'asfalto di via V Strada a Fossò, dove Giulia è stata picchiata con violenza tale da farle quantomeno perdere i sensi, se non già da ucciderla: è quello che mostra il video che ha messo i brividi a chiunque l'abbia visto. Tra i reperti, anche del nastro adesivo.

«Dobbiamo accertare se e a cosa sia servito», ha detto il procuratore, «era per terra vicino a dove c'erano il sangue e i capelli, ma potrebbe essere del tutto non collegabile alle nostre indagini. Bisogna fare i test del Dna e avere la pazienza di accertare come sono andati i fatti e il posizionamento della ragazza nell'auto».

 

 




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