1. Il contenuto del volume
Con stile narrativo, molto spesso caratterizzato da domande e risposte, il volume analizza i principali problemi sollevati dalla fragilità.
Con questo termine non si indica solo la disabilità, il cui portatore può comunque integrarsi nel contesto familiare e delle relazioni informali [cfr. Capitolo “insieme per sempre”].
Fragilità, infatti, è qualunque situazione, abbondantemente documentata nel volume, che pone l’interessato in condizioni di disagio rispetto al mondo circostante: violenza domestica; violenza sessuale; rapporti non sempre limpidi con i familiari e gli assistenti personali [è il caso della badante, gelosa della assistita perché le “ha portato via il boy friend”].
Anche il disagio derivante dall’omosessualità è presente nel volume, che vi trova rimedio nella sincera amicizia.
Considerando, inoltre, la fragilità derivante dalla disabilità il volume affronta il “dopo di noi”. Quando una persona si trova in difficoltà, infatti, i genitori temono che, dopo la loro morte, nessuno si occuperà del soggetto fragile.
La questione è affrontata dalla l. 112/2016 e dal relativo decreto attuativo, non a caso ribattezzati “dopo di noi”. La normativa è profetica rispetto alla vigente disciplina della disabilità. Similmente a quest’ultima, infatti, la l. 112/2016 ed il provvedimento attuativo prevedono il progetto di vita individuale, nella cui formulazione ascoltare innanzitutto la persona fragile e la sua famiglia, ed il relativo budget necessario ad attuarlo.
Un’altra questione riguarda l’autorizzazione al matrimonio delle persone fragili per disabilità. L’art. 119 c.c. dichiara impugnabile dal tutore o dal PM il matrimonio delle persone interdette per infermità di mente.
Ma la sensibilità del giudice tutelare ha superato la questione accertando che le persone, nel caso singolo Down, avrebbero condotto una vita matrimoniale perfettamente identica agli altri.
Ci sono poi storie relative al rapporto tra il docente universitario ed i suoi studenti. È bello sapere che il massimo dei voti è stato attribuito allo studente che, pur non conoscendo perfettamente la normativa, sa ragionare e, quindi, esce dal nozionismo di materie giuridiche apparentemente noiose.
Uno scenario completamente diverso caratterizza il “Ciclo di Marcus”. Il personaggio, assieme ad altri amici, cerca di vendicare i deboli correggendo le ingiustizie della società.
Per qualche tempo il progetto riesce, ma termina perché Marcus, fortemente impressionato dal suicidio di un molestatore di bambini disturbato dal gruppo, è assalito dalle domande sulla correttezza dei propri comportamenti. Alcune iniziative, infatti, sono border-line sotto il profilo legale. Inoltre, c’è il dubbio che queste imprese, realizzate quasi sempre di notte, siano di basso profilo e, quindi, non capaci di cambiare il mondo e di rimediare all’ingiustizia.
Gli altri amici non proseguono il progetto, denominato “gli Impavidi”, per circostanze esterne, quali la diminuzione delle informazioni provenienti dagli “amici poliziotti”, che fornivano indicazioni preziose sui cattivi da punire.
Simili iniziative sono meritevoli, ma richiedono notevoli mezzi finanziari ed organizzativi, tipici del giornalismo di inchiesta, non certo di quattro amici.
Esistono poi storie di varia umanità, tutte caratterizzate da specifiche fragilità, tra cui la malattia mentale.
C’è, ad esempio, il caso del soggetto colpito da un “disturbo narcisistico di personalità”. Considerando una colpa essere nato ricco, disperde tutti i suoi beni a vantaggio di soggetti non sempre raccomandabili. La dispersione dei beni, ispirata a S. Francesco d’Assisi ed all’evangelico Discorso della Montagna, termina quando il Tribunale nomina un amministratore di sostegno per controllare la gestione del denaro.
Questa figura, introdotta dalla l. 6/2004 che riscrive gli artt. 404 – 413 c.c., è fondamentale nell’ausilio alle persone fragili, disabili e no.
Un’altra fattispecie dove l’amministratore di sostegno può avere ingresso è quella della Toyota Yaris. Una persona schizofrenica vuol ad ogni costo quest’auto perché il suo possesso realizza il sogno della vita. Con l’assenso del giudice tutelare la vettura è acquistata, ma ovviamente non vengono forniti gli strumenti per accenderla.
2. La valorizzazione della persona fragile. Pregi e criticità
La vicenda della Toyota Yaris dimostra che il connubio della realizzazione dei desideri e dei bisogni della persona fragile con la altrettanto giuste e meritevole tutela degli altri è fattibile.
Nessun progetto esistenziale [che supera il semplice progetto di vita mirando alla completa realizzazione della persona fragile” è ottimo in assoluto. Sicché occorre che la famiglia e, soprattutto, gli operatori dei servizi sociali e sociosanitari ed i giudici tutelari sappiano prima di tutto ascoltare la persona fragile.
Solo grazie ad un attento e paziente ascolto, e la conseguente formulazione di progetti esistenziali non standardizzati, si possono trovare le soluzioni più opportune per il singolo individuo. La linea guida consiste nel valorizzare al massimo l’autonomia personale, soprattutto nelle micro-scelte della vita quotidiana.
In tal modo si privilegia la “parte sana” della persona.
Questa si contrappone alla “parte malata”, in presenza della quale è necessario introdurre misure individualizzate di sostegno. Nella realizzazione dei progetti esistenziali che, fin dove e quando possibile, valorizzano le particolarità di ciascuna persona fragile esistono due importanti criticità:
• la sufficienza dei finanziamenti pubblici, rispetto ai quali gli interventi della famiglia, del Terzo Settore e di eventuali mecenati hanno carattere residuale. Sotto questo profilo l’ancora futura emanazione dei livelli essenziali delle prestazioni [LEP], previsti dal decreto di riforma della disabilità 62/2024, avrà una parte significativa;
• la difficoltà di esportare sui grandi numeri le soluzioni personalizzate, meglio adatte a situazioni di nicchia.
Queste sono le sfide, operative più che normative, che la tutela delle persone fragili deve affrontare nel ventennale della legge sull’amministrazione di sostegno.
L’art. 19 convenzione di New York sui diritti delle persone con disabilità, attuata in Italia, non desti meraviglia considerando che la convenzione è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e, quindi, si adatta anche a Paesi dove la sensibilità per le esigenze delle persone fragili non è ampiamente diffusa.
3. Valutazione dell’opera
Nel complesso “” il volume, dal quale risulta che molte ombre hanno trovato ascolto, fa riflettere sulla necessità, non sempre realizzabile qui ed ora, di mettere le pari opportunità a disposizione delle persone fragili.
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